La Regione Campania diffida le Fonderie Pisano per la mancata applicazione delle migliori tecnologie finalizzate a ridurre l’impatto ambientale oltre che per tutta una serie di problemi rispetto alla gestione dei rifiuti prodotti dall’attività dello stabilimento.
Con un diktat preciso: lo stabilimento deve essere adeguato “ad horas”, quindi subito, senza ulteriori dilazioni.La diffida indirizzata a via dei Greci dalla Direzione generale Ciclo integrato dei rifiuti e autorizzazioni ambientali della Regione scaturisce dalla relazione conclusiva che l’Arpac ha inviato agli uffici regionali relativa all’ispezione effettuata in più riprese nello stabilimento di Fratte.
Secondo i rilievi dei tecnici Arpac, in particolare, è emerso come “non possono ritenersi pienamente applicate le Bat (Best available techniques) per una non completa tenuta degli edifici in cui si svolgono le operazioni maggiormente impattanti sia per le motivazioni di tipo gestionale (varchi di accesso ai capannoni lasciati aperti nel corso delle lavorazioni) che strutturale (capannoni vetusti con infissi e confinamenti esterni non a perfetta tenuta)”.
Inoltre, è emerso che “non sono state effettuate analisi o schede descrittive ai fini della caratterizzazione di alcune tipologie di rifiuti. In sostanza, se dai rilievi messi in campo dall’Agenzia emerge che “dall’esame del report 2024, si evince il rispetto dei valori limite di accettabilità prescritti dal dispositivo Aia”. Tuttavia, per alcuni camini “si rilevano scostamenti significativi della portata misurata rispetto a quella autorizzata (maggiori del 30%)”.