«Sono stata ascoltata dalla municipale, che ha redatto un verbale, che mi ha chiesto se fossi a conoscenza dello smaltimento degli scatoli contenenti le mascherine, che erano destinate anche al Severi. E proprio in quel momento ho scoperto della loro esistenza». La dirigente del liceo scientifico e consigliera comunale di maggioranza, Barbara Figliolia, in un intervista a “Super Salerno”, il podcast condotto da Daniele Caramagna, Mimmo Florio, Davide Gatto e Edy Piro, dà la sua versione dei fatti sugli scatoloni, contenenti mascherine chirurgiche e disinfettante, ammucchiati nell’ex fornace Salid, nel Parco dell’Irno. E, soprattutto, lancia un allarme, affinché il materiale, altamente infiammabile, venga messo in sicurezza: «Se n’è parlato – evidenzia Figliolia – in Commissione Trasparenza. Vorrei capire cosa è successo. L’unico fatto certo e incontrovertibile è che quelle indirizzate al Severi non sono mai arrivate. Adesso m’interessa che venga messa in sicurezza l’intera zona». Le indagini per capire come siano finite lì sono in corso ma, tuttavia, finora nessuno ha pensato di sigillare l’ingresso, che resta accessibile a qualsiasi persona, anche ai malintenzionati. Un vero e proprio controsenso, tenuto conto che almeno si sarebbe dovuto evitare che chiunque potesse avere facile accesso nell’area, in modo tale da non inquinare anche le eventuali prove. Così i presidi sanitari – probabilmente giunti in città direttamente dalla struttura d’emergenza creata all’epoca della pandemia per distribuirli nelle scuole di tutta la provincia – sono ancora ammassati nella vecchia fabbrica, in uno spazio in cui può entrare chiunque.
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