Che gennaio rappresenti forse l’ultima occasione per la società di ricucire lo strappo con i tifosi attraverso investimenti concreti e innesti di livello non ci sono dubbi. Questa squadra, palesemente incompleta, necessita di 3-4 calciatori di categoria superiore per essere davvero competitiva per la promozione diretta e “cedere prima di acquistare” è strategia alla base del fallimento sportivo degli ultimi due anni. Tuttavia parlare di ridimensionamento dopo la sconfitta di Catania sarebbe ingeneroso, ancor di più perché la Salernitana conserva il primo posto seppur in condominio con il Benevento.
L’analisi della partita del Massimino deve essere lucida e costruttiva e non può non partire da una prima mezz’ora assolutamente positiva. La Salernitana, nella bolgia di uno stadio quasi sold out e contro un’autentica corazzata, è scesa in campo con personalità, palleggiava bene, ha sfiorato il vantaggio con Ferraris e non aveva subito nulla. Giocarsi uno scontro diretto con due punte, un trequartista e due esterni costantemente nella metà campo del Catania certifica la fiducia che Raffaele ripone nella sua squadra, il modo migliore per infondere coraggio pur mettendo in preventivo qualche rischio.
Ora sotto con la Casertana, altro avversario di spessore che ambisce ad un piazzamento playoff. Il popolo dell’Arechi, che ha preparato una bella scenografia, si aspetta un immediato riscatto. E il concomitante scontro diretto tra Catania e Benevento potrebbe consentire di riappropriarsi del primo posto in solitaria.