Il direttore generale della Salernitana Walter Sabatini è intervenuto oggi a Radio TV Serie A con Rds.
Fiducia a Liverani
“La sua non è una panchina in bilico, è una panchina ben salda. Liverani lo abbiamo preso per alcune caratteristiche che sta già dimostrando di avere e si vedono in allenamento come sul campo. L’ultima gara in casa, quella con il Monza, è stata dolorosamente persa, ma sul terreno di gioco si è visto che c’è un allenatore che ha portato messaggi positivi ai giocatori. Siamo assolutamente soddisfatti. Ovvio che ha bisogno di fortuna perché nel calcio serve vincere le partite, ma succederà. Io lo so”.
Il mercato
“Il mea culpa è un esercizio quotidiano per me. Ho fatto errori dal punto di vista della tempistica perché ho lavorato su operazioni che pensavo si sarebbero chiuse in fretta e invece si sono diluite nel tempo e alla fine ho lasciato la squadra sguarnita di giocatori perché nel frattempo ho collocato alcuni nostri giovani difensori che dovevano cambiare aria senza fare in tempo a portare sostituti, quindi dal punto di vista professionale è stata una carenza che più di chiunque altro, ha sfavorito l’allenatore e la squadra in generale”.
Impegno e professionalità
“Quando non ho seguito le partite, ho colto una sorta di distacco tra la squadra e l’impegno agonistico, ma in questo momento i ragazzi sono inattaccabili sotto questo punto di vista. Siamo tutti professionisti e dobbiamo tutti dare il massimo, è ridicolo parlare di professionalità. Coulibaly è tornato a splendere e a fare il calciatore come si deve, Alessandro Zanoli mi ha entusiasmato; Niccolò Pierozzi sta facendo cose molto importanti rispetto all’età che ha e all’impegno che gli abbiamo conferito. Ci sono molte possibilità di miglioramento per questa squadra”.
La salute
“Sono tornato a casa, ma non sto magnificamente. 10 giorni fa mi sono operato e qualche giorno fa ho subito una frattura al femore. Sto recuperando energie ed equilibrio. Quando io non riesco a esserci sono comunque tranquillo perché con la squadra so che c’è un ragazzo, che è Pietro Bergamini, che ha vissuto nel calcio da sempre e nello sport. Ha già lavorato come dirigente per la Roma; è fantastico ed è come se fosse i miei occhi e le mie orecchie”.
Il patron
“È quasi impopolare parlare di Iervolino a Salerno, ma è forse l’ultimo degli imprenditori italiani a mettere soldi. Iervolino lo fa con cognizione di causa, intelligenza e dedizione. Mi spiace che venga insultato perché è un uomo molto intelligente che ha tolto soldi alla sua famiglia per investire in questo progetto. Merita il rispetto che i tifosi gli devono, non ha bisogno di un parafulmine, lui si difende da solo”.
Il ritiro anticipato
“Il ritiro va fatto per tenere i giocatori uniti intorno ad un progetto e noi abbiamo bisogno di questo; ci serve che i ragazzi nello spogliatoio sviluppino un modo di vivere e di essere comune. Va sostenuta e implementata l’idea di noi stessi, dell’autostima, del rispetto e dell’altruismo reciproco. Solo così riusciremo a fare un’impresa ad oggi considerata infattibile. Io ho il diritto di crederci ancora ed è così. Vedo 4/5 giocatori della nostra rosa che hanno un margine di miglioramento importantissimo. Weissman, che abbiamo preso all’ultimo dal Granada, è uno di questi; è un ragazzo che gioca con la disperazione, gliela si vede negli occhi. Il ritiro si farà, ma è stato voluto con un accordo tra i calciatori e il mister: hanno voluto dare testimonianza di voler preparare la partita fino all’ultimo respiro. Non sarà un rito punitivo”.
Le prossime sfide
“La Salernitana ha scontato, da un punto di vista psicologico, questa visione della partita “da ultima spiaggia”, ma nel calcio non è mai così: sono partite importantissime ma anche un`opportunità di restituirci ad un calcio plausibile, voluto da tutti, un calcio da salvezza. Le percentuali sono stazionarie. Era il 5% e per me il 5% è rimasto nonostante abbiamo perso, nel mentre, due partite. So perfettamente che non è un pensiero allineato a quello della gente in generale che è molto delusa e hanno tutta la mia comprensione, devono però crederci sempre”.
Il progetto
“A me piace parlare di calcio reale che è una cosa che si è manifestata a 12 minuti dalla fine in una partita che poi con il risultato ci ha cancellati dal campo. A 12’ dalla fine Boateng gioca in anticipo un pallone in verticale per Dia che fa proseguire per chi tira. Prende la sagoma del portiere e poi il pallone ed esce. Tre passaggi verticali consecutivi a pochi minuti dalla fine, sullo 0-0. Se fossimo andati in vantaggio oggi staremmo parlando di un altra cosa. Oggi il calcio è così. Rischiano tutti, la salvezza la si acquisisce solo l’ultima giornata con il calendario chiuso. Ci sono squadre che non vincono per cinque partite consecutive, squadre che ne vincono tre di fila. Tutto può ancora cambiare”.