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Il filoscio napoletano

di Antonella Petitti
Quella frittata (che non è un’omelette) di cui si innamorò Carlo V
Il filoscio napoletano

È un grande classico, ma sono sempre meno i cultori che lo ricordano. Si racconta che se ne innamorò anche Carlo V di Spagna, in occasione di una sua visita alla Certosa di Padula, nel salernitano.

Non si tratta di una frittata, ma non può essere definita nemmeno un’omelette. È una preparazione semplicissima della cucina povera, realizzata con le uova, un poco di formaggio e la mozzarella avanzata.

Le cugine più ricche, ovvero le frittate e le omelette, si distinguono soprattutto per la varietà e l’abbondanza dei condimenti. In questo caso gli elementi centrali restano tre!

Come si fa il filoscio napoletano?

Ingredienti

  • Uova (in base al numero di persone)
  • Olio evo, sale e pepe q.b.
  • Formaggio grattugiato q.b.
  • Mozzarella di bufala q.b.
  • Salsa di pomodoro se di gradimento

Procedimento

Lavorare le uova con il formaggio grattugiato, aggiungere un pizzico di sale e di pepe nero a mulinello. Cospargere una padella antiaderente con l’olio evo e versare il composto. L’idea è quella di realizzare una frittata un pochino più sottile della classica. Quando sarà quasi pronta adagiare al centro i pezzetti di mozzarella, precedentemente tagliata e lasciata sgocciolare. Arrotolatela su sé stessa fin quando la mozzarella non sarà ben sciolta e servire calda. In alcune zone, come nel salernitano, aggiungono della salsa di pomodoro sia al centro che al di sopra del filoscio.

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