Prima ancora che un salvagente gettato per restare a galla, il piano di rientro della cooperativa dei portuali “Flavio Gioia” vuole essere un segnale da parte dei lavoratori che sono pronti a fare sacrifici per poter continuare a opera nello scalo cittadino come da decenni accade. Contratti di solidarietà al 30 o 40 per cento per i dipendenti con costi fissi mentre il pool di lavoro rinuncerà a tredicesima, quattordicesima e, molto probabilmente, anche alle ferie.
Il tavolo
Un piano di sacrifici che il numero uno della Culp “Flavio Gioia”, Vincenzo D’Agostino, è pronto a presentare al Tavolo convocato per il prossimo 17 maggio con tutti i soggetti coinvolti nella vertenza, a partire dall’Autorità portuale e dalle grandi imprese che operano all’interno del porto.