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La “Via” delle castagne nell’area protetta

Il Parco nazionale regala panorami unici e mozzafiato da vivere e scoprire alla ricerca del più amato frutto dell’autunno
La “Via” delle castagne nell’area protetta

Non solo paesaggi. L’autunno cilentano regala anche tesori gastronomici, come quello delle castagne, la cui raccolta diventa una scusa, buona, per una passeggiata a piedi lungo i sentieri dei sapori.

Il Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni offre panorami unici e mozzafiato, da vivere e scoprire alla ricerca del più amato frutto dell’autunno, tra i sapori e la tradizione di una volta. Non un sentiero vero e proprio, ma una “Via” – simbolica – della castagna, che unisce in un percorso immaginario i luoghi dove la castagna è regina indiscussa.

Piccoli borghi di particolare bellezza da nord a sud del Cilento, come Cuccaro Vetere, Stio, Rofrano, Roccadaspide, San Mauro Cilento, San Rufo, per citarne alcuni, e San Rufo nel Vallo di Diano tra suggestivi terrazzamenti di fitti castagneti.

Si pensi poi che i dolci più famosi del Cilento, realizzati con la castagna, sono le pastorelle, fagottini ripieni preparati durante le feste di Natale. E in verità la castagna non è utilizzata solo per la preparazione di dolci, ma anche come farina, per la realizzazione di pane e pasta fresca, come i triddi di Rofrano. A nord del Cilento il Marrone di Roccadaspide è legato da lungo tempo alla storia di questa regione, nella quale sarebbe presente nella zona di coltivazione sin dal secolo XI d.C. Preziosi manoscritti, conservati nell’archivio della Badia di Cava, documentano l’esistenza già nel 1183-84 di castagneti posseduti dalla Badia nel Cilento, talmente vasti da richiedere la presenza sul posto di un apposito amministratore.

Nell’entroterra cilentano, degustare l’autunno dei prodotti della terra è una poesia da fare a ritmi slow passeggiando tra i vicoli del centro storico di Stio, dove da anni si celebra la Festa della Castagna, immersi in uno scenario mozzafiato, tra i secolari castagneti, quest’anno in scena dal 27 al 29 ottobre con le specialità tipiche a base di castagna, canti e danze popolari cilentane e anche salentine.

Anche il Cilento che si affaccia a sud, nel Parco nazionale, è terra di eccellenti castagne e la meta perfetta per una passeggiata a piedi lungo i sentieri dei sapori d’autunno.

Attorno al paese di Cuccaro Vetere ci sono alberi antichi di secoli, le cui fronde si tingono d’oro nei mesi autunnali. Sono gli alberi di castagno che offrono un prodotto pregiato. Tra le pietanze cucinate con le castagne a Cuccaro spicca la zuppa di castagne e fasuli e il castagnaccio, oltre alle immancabili pastorelle. Suggestivi castagneti secolari anche alle pendici del Monte Centaurino, a Rofrano. La castagna qui è l’ingrediente speciale alla base di piatti tipici introvabili altrove, basti pensare ai “Triìddi”- pasta fresca preparata con farina di castagne e condita con aglio, olio extravergine di oliva e peperoni cruschi – o ancora ai “Bucchinotti”, piccoli panzerotti fritti con un dolce ripieno di castagne.
Anche il territorio di Montano Antilia ha una massiccia presenza di castagni, che da sempre rappresentano un elemento fondamentale della cultura e della tradizione di questa zona.

Così come avviene a Futani, una tappa da non perdere per chi è ghiotto di castagne. Un patrimonio agricolo straordinario che qui viene tutelato dalla raccolta selvaggia di non residenti e soprattutto dall’attacco del cipinide, che in alcuni comuni ha portato ad un calo della produzione anche del 70%. Un tesoro prezioso da salvaguardare.

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