Tanti, tantissimi fori di proiettili sulla carena di un mezzo di soccorso. È la scena che si sono trovati tanti salernitani (e non solo) nel weekend nel cuore del centro storico, davanti alla chiesa ortodossa di Sant’Andrea. Questa volta, però, non c’è alcun allarme sicurezza, nessuna “stesa” in città. L’ambulanza crivellata di colpi, infatti, è arrivata direttamente dall’Ucraina: da Kharkiv, per la precisione, una delle città che per prima ha vissuto il dolore e le sofferenze causate dall’invasione russa. È il modo scelto dalla comunità ucraina trapiantata all’ombra del Castello d’Arechi, in particolare dall’associazione Kalyna, per sensibilizzare ancora una volta i salernitani su ciò che sta accadendo a pochi passi da noi. Quel mezzo di soccorso è stato l’elemento caratterizzante di una due giorni in cui la comunità dell’Est Europa ha fatto sentire ancora una volta la sua voce, cercando di mandare un messaggio di pace per un immediato cessate il fuoco, in cui non sono mancati momenti di preghiera nel cuore del centro storico celebrati da padre Ivan Boryn, guida spirituale della comunità ucraina presente in città.
«Nel settembre 2022, sono stati chiamati i medici in una zona residenziale di Kharkiv per dare aiuto a un ferito. I sanitari sono riusciti a dare aiuto ma non sono riusciti ad evacuare questa persona: sono stati colpiti da centinaia di proiettili dell’esercito russo», ha sottolineato Olga Tarasyuk, presidente dell’associazione Kalyna. «Ma questa è la storia di un’ambulanza, ci sono tante ambulanze così: da oltre due anni sono stati uccise quasi 9mila persone. Non dobbiamo arrenderci, non dobbiamo abbassare le mani non solo noi ucraini ma anche gli europei affinché finisca questo disastro».