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Asl, si paga ma niente visita

di Alfredo Boccia
Asl, si paga ma niente visita

Caro lettore,

se sei giornalista eviti di diventare la notizia. Ma, come nel nostro caso, l’eccezione potrebbe valere tale regola non scritta ma tramandata nelle redazioni. Perché registrare, analizzare e proporre il confronto su un fatto può essere utile a tutti. Contribuendo, magari, nella vicenda specifica che stiamo per delineare, a migliorare i servizi della Sanità pubblica.


Veniamo, quindi, ai fatti. Portatori sani di spirito civico e pazienza, oltre che chiaramente forti di un almeno discreto stato di salute, si possono anche tollerare i tempi biblici delle liste di attesa per una visita presso il Servizio sanitario nazionale. Ma non trova giustificazione razionale recarsi presso un poliambulatorio dell’Asl Salerno, nello specifico quello a Vallo della Lucania, e dal primo mattino per quattro ore non poter effettuare controlli ed esami prenotati oltre tre mesi prima perché il medico si è trasferito presso un’altra struttura pubblica ma nessuno ha avvertito l’obbligo di informare il cittadino tra l’altro non residente in loco.


Negazione chiara del diritto all’assistenza sanitaria regolarmente pagata dall’utente tre giorni prima. Dopo che a poche ore dall’appuntamento nella struttura indicata il cittadino si era precauzionalmente informato, ottenendo conferma sul luogo, la data e l’orario della visita da effettuare, telefonando al Centro Unico di Prenotazione (Cup) che consente ai residenti in Campania di prenotare visite specialistiche e di diagnostica strumentale presso gli Enti della Regione aderenti al servizio.


Ma, arrivato alle sette e cinquanta del mattino presso il poliambulatorio vallese dell’Asl Salerno, una prima sorpresa. La guardia giurata – unica figura presente cui potersi rivolgere perché lo sportello destinato al pubblico è ancora chiuso nonostante la visita prenotata per le ore otto farebbe presuppore il contrario considerato che è lo stesso ufficio dove si può pagare la prestazione qualora non fatto in precedenza – invita a recarsi all’ospedale poiché per la patologia da valutare presso quella struttura non vi è medico in servizio. Quindi, nonostante la non vicinanza, viene raggiunto prima il nosocomio e poi all’interno dello stesso l’ambulatorio al sesto piano dove giunge la seconda notizia non favorevole: alcuna traccia della prenotazione. L’infermiera, che profonde massimo impegno, pertanto suggerisce di recarsi al piano terra presso l’ufficio preposto alle prenotazioni. Dopo una ennesima attesa, con tanto di impossibilità da parte dell’addetta a collegarsi in rete o a telefonare al Cup per verificare il numero di prenotazione della visita che compare sia sulla fattura di pagamento del servizio da prestare che sulla prenotazione dello stesso, al paziente si riferisce che presso l’ambulatorio dell’ospedale non risulta fissata alcuna visita.

Successivamente viene consigliato di recarsi al poliambulatorio dell’Asl sempre a Vallo della Lucania. Altri chilometri, sotto il sole, e nel frattempo sono già trascorse due ore senza certezze. Ritroviamo, pertanto, la guardia giurata che ribadisce il concetto per cui lì in giornata non sono fissate visite rispetto alla patologia in virtù della quale si rendevano necessari controlli ed esami. Per puro caso è di passaggio un dirigente sanitario che, accollandosi l’onere della vicenda, accompagna allo sportello il cittadino scoprendo la verità: la prenotazione della visita è regolarmente in rete ed è stato pagato dall’utente quanto dovuto, ma presso il poliambulatorio dell’Asl a Vallo della Lucania il medico non c’è perché trasferitosi altrove da tempo.


Inutile recriminare, al sistema informatico non si comanda. Unica soluzione, con tanto di telefonata a chissà chi per ottenere l’autorizzazione, rimborso della prestazione non erogata e nuova prenotazione con invito a recarsi comunque all’ambulatorio dell’ospedale a Vallo della Lucania per “trattare” una visita in giornata. Dopo venti minuti di attesa perché la stampante non funziona e la rete informatica procede a singhiozzo nel recepire i dati, siamo informati che in ogni caso la prima data utile per una visita rispetto alla patologia lamentata è il prossimo 28 novembre ossia ad oltre sei mesi di distanza dal giorno in cui l’ignaro paziente approcciava con il servizio sanitario pubblico. Accettiamo, senza poter fare diversamente. E siamo consolati dall’addetta con l’invito a “fare presto per raggiungere l’ospedale a Vallo della Lucania perché se si arriva in tempo e con l’autorizzazione verbale ottenuta ecco che tutto potrebbe risolversi per il meglio”.
La speranza, però, tale rimane. Al presidio ospedaliero di Vallo della Lucania, quando manca poco a mezzogiorno, l’infermiera si spende con umana partecipazione nel sottolineare che il medico ha ancora tante visite da fare e che “se è proprio urgente, mettete da parte la prenotazione e recatevi al pronto soccorso così il medico potrà visitarvi”.


Asserito che un paziente non è un medico, per cui stabilisce l’entità di una patologia, facciamo mesto ritorno a casa. Accompagnati anche dalle parole di un anziano di Piaggine che pochi minuti prima aveva scoperto come, a differenza di quanto comunicatogli oltre che dal Cup anche all’atto del pagamento del ticket, la visita cui si doveva sottoporre non era all’ospedale di Vallo della Lucania ma a quello di Roccadaspide lontano, utilizzando una vettura, almeno un’ora: per l’uomo, inoltre, al danno pure la beffa di non poter ottenere gli ottanta euro già pagati per la prestazione.


Insomma ci ritroviamo di nuovo in lista di attesa, pregando di star bene fino alla visita riprenotata e che il medico preposto non abbia altro da fare o sia destinato per servizio altrove senza comunicazione al cittadino.
Altrimenti, pagando, la paura può subito passare rivolgendosi alla Sanità privata. Personalmente a metà della scorsa settimana mi sono rimesso a telefono, ho ricontattato il Cup e, in virtù della rinuncia di un altro cittadino, mi è stata fissata la visita per questa mattina non a Vallo della Lucania ma in un’altra struttura ospedaliera del Salernitana. Se non abuserò più della Vostra pazienza su queste pagine, significherà che l’attesa è finita.

P.S.
Non essendo questo scritto una inchiesta giornalistica, ma il frutto di una esperienza personale, invito tutti noi a riflettere anche su quanto scritto, a caratteri non cubitali, in basso sul documento di prenotazione del Cup Unico regionale rilasciato ad ogni cittadino: “Attenzione: per le prestazioni non eseguite, se non disdette almeno tre giorni prima della data di effettuazione presso sportello CUP Aziendale o numero verde regionale, sarà richiesto il pagamento del ticket”. E quando sbaglia l’Asl?

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