L’incarico di professore universitario consentiva al cardiochirurgo Enrico Coscioni di raggiugere quasi quotidianamente l’ospedale “Ruggi” di Salerno, nonostante la sospensione dall’incarico medico arrivata a marzo dopo l’inchiesta della Procura sul decesso di Umberto Maddolo. L’interdizione si sarebbe conclusa il prossimo marzo ma ora la situazione si complica dopo il provvedimento del divieto di dimora in città spiccato dopo le nuove indagini che avrebbero evidenziato come Coscioni si recasse comunque in ospedale per “guidare” la Torre Cardiologica. La sua presenza in via San Leonardo non è mai passata inosservata: il cardiochirurgo, ad esempio è stato visto mercoledì scorso nella hall della palazzina amministrativa.
Le testimonianze
«È stato visto parlare con cinque medici all’ingresso della palazzina ma veniva spesso in ospedale, forse quasi ogni giorno», una delle “voci di dentro”. «Sembrava che fosse ancora lui il direttore del reparto della torre cardiologica». C’è chi ha detto: «Arrivava anche di mattina, molto presto. Parcheggiava al solito posto, probabilmente continuava ad usare il telecomando aziendale». E in molti si chiedono: «Come mai il direttore dell’Azienda, Vincenzo D’Amato, ha consentito la presenza del primario in ospedale?». C’è chi riflette sulla mancanza di opportunità di «correre sempre in ospedale», e che Coscioni doveva aspettarsi di essere “braccato” dalla Procura. «Ha fatto un errore anche con l’Agenas, non si è autosospeso, l’avvocatura generale si è espressa e il Governo lo ha dichiarato decaduto dall’incarico di presidente». Dunque per molti non c’è da meravigliarsi che sia arrivato un altro divieto.
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