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Alfieri diceva: «Ribasso sui fondi “miei”, dei regionali me ne frego»

di Carmine Landi
Il sindaco arrestato risparmiava sui soldi comunali, criteri diversi sui finanziamenti. Le strade indicate pure dai consiglieri e i lavori iniziati prima
Alfieri diceva: «Ribasso sui fondi “miei”, dei regionali me ne frego»

«I fondi miei faccio sempre al massimo ribasso… quando sono fondi regionali… non me ne fotto… però quando sono fondi miei… ». Era il 24 novembre scorso: Franco Alfieri, dall’alba di giovedì in carcere a Fuorni, era nella sua stanza da sindaco a Capaccio Paestum. Interloquiva con un imprenditore, un mai identificato Alfonso, che gli chiedeva di poter lavorare. «Questa è la seconda o la terza che a Capaccio mi martellano», l’intercettata doglianza. Il politico torchiarese aveva domandato: «Fai l’impresa? Bene? Buona?». Alfonso aveva messo i puntini sulle i: «Le cose o si fanno bene o non si fanno». Appreso della “martellata”, il sindaco ci teneva a informarsi: «Che cos’era un’offerta migliorativa?», L’interlocutore gli aveva chiarito che la gara, quella per i campi sportivi, era stata aggiudicata col miglior prezzo: «Eh… massimo ribasso… devi tenere culo!», la replica del sindaco. Perché «tanto noi», ossia l’amministrazione capaccese, «facciamo le gare al massimo ribasso». Quando si tratta di fondi municipali, però: se sono finanziamenti regionali «me ne fotto».

Il ribasso inferiore

Frasetta utile a comprendere alcuni dei motivi in virtù dei quali i referenti di Palazzo di città e quelli di Dervit s’interfacciavano sul progetto ancor prima d’avere notizie da Palazzo Santa Lucia circa l’assegnazione di somme al Comune di Capaccio Paestum (dapprima concessa e poi revocata per il presunto reato di falso d’Alfieri, che autocertificò la necessaria gestione in house municipale dei lampioni prima che a Napoli appurassero il sussistere d’una convenzione ventennale stipulata con la Dervit e un’altra impresa, valida per il ventennio tra il 2010 e il 2030) per i futuri lavori d’adeguamento e riqualificazione energetica della pubblica illuminazione stradale, con corpi illuminanti a led e sistemi automatici di regolazione, telecontrollo e telegestione del flusso luminoso, dal valore complessivo di tre milioni di euro. «Originariamente avrebbero dovuto essere assegnati con gara al massimo ribasso ma dopo la confortante notizia del finanziamento dell’appalto con fondi regionali – annota il gip – sarebbero stati assegnati con una gara aggiudicata con il requisito dell’offerta economicamente più vantaggiosa».

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