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Delitto Vassallo, il terrore della figlia Giusy al telefono: «Adesso i carabinieri mi uccidono…»

di Alessandro Mosca
Il summit della donna con Cagnazzo e Molaro: «Ho temuto per la mia vita». Il racconto choc allo zio Massimo
Delitto Vassallo, il terrore della figlia Giusy al telefono: «Adesso i carabinieri mi uccidono…»

Da “salvatore” a persona di cui aver paura. È il rapporto – ricostruito dalla Procura di Salerno – fra il colonnello Fabio Cagnazzo, uno dei quattro destinatari della misura cautelare della custodia in carcere nell’ambito dell’inchiesta sul delitto di Angelo Vassallo, e i familiari del “sindaco pescatore”. Proprio la fiducia conquistata fra le persone più vicine all’amministratore cilentano assassinato il 6 settembre del 2010 è uno degli elementi ritenuti chiave dalla magistratura per consentire all’ufficiale dell’Arma di compiere le attività che hanno depistato le indagini per 14 lunghissimi anni, fino alla svolta arrivata giovedì scorso (con Cagnazzo gli arresti in carcere sono scattati per il brigadiere Lazzaro Cioffi, l’imprenditore scafatese Giuseppe Cipriano, il collaboratore di giustizia di Scafati Romolo Ridosso: tutti sono accusati di omicidio volontario in concorso con le aggravanti della premeditazione e delle finalità mafiose).

«Anche il particolare rapporto instaurato dal colonnello Cagnazzo coi familiari del sindaco Vassallo si innestava nel quadro dell’articolara attività di depistaggio da questi ordita, diventandone un tassello di non trascurabile rilievo», evidenzia il gip Annamaria Ferraiolo nell’ordinanza.

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