Un grave episodio di violenza si è verificato lunedì mattina negli uffici del settore Patrimonio del Comune di Cava de’ Tirreni, in via Schreiber. Protagonisti della vicenda due fratelli, M.R. e P.R., già noti alle forze dell’ordine, che si sono presentati negli uffici con atteggiamento aggressivo e intimidatorio, seminando paura tra i presenti. I due, sfrattati a maggio dello scorso anno da un alloggio popolare in via Ragone per morosità cronica, hanno rivolto insulti e accuse infondate al personale del settore Patrimonio. La situazione è rapidamente degenerata quando il più giovane dei due fratelli, visibilmente alterato, ha iniziato a gridare contro le dipendenti, accusandole di essere responsabili di un presunto mancato recupero di oggetti personali lasciati nella casa popolare dalla quale erano stati sfrattati.
Le accuse
L’alloggio popolare da cui i fratelli erano stati sfrattati era oggetto di un provvedimento di sgombero per morosità cronica. Tali provvedimenti vengono adottati dopo un lungo iter burocratico e legale che prevede avvisi e possibilità di sanare la situazione economica, opzioni che evidentemente non sono state colte dai due. Il personale del settore Patrimonio, che si occupa della gestione amministrativa degli immobili comunali, non ha alcuna competenza diretta sulle modalità di sgombero, che sono invece eseguite in collaborazione con le forze dell’ordine e secondo precise disposizioni di legge. Nonostante questo, i due fratelli hanno rivolto al personale accuse ingiuste e ingiuriose, ignorando il fatto che nel provvedimento di sgombero viene sempre indicata una data entro la quale l’immobile deve essere liberato sia dalle persone sia dagli oggetti in esso contenuti.
La rabbia
La loro rabbia, tuttavia, non si è fermata alle parole. Il 47enne, il più giovane dei due, ha iniziato a minacciare le dipendenti comunali, creando un clima di forte tensione e paura. La situazione è degenerata ulteriormente quando il dirigente del IV Settore, Antonino Attanasio, è intervenuto per difendere il personale. Il dirigente è stato a sua volta aggredito verbalmente e bersagliato da epiteti e minacce di morte. Il 47enne, in preda a un vero e proprio raptus, ha urlato frasi gravissime, dichiarando: “Non ho niente da perdere. Vi sparo in bocca a tutti quanti”. Tali parole, pronunciate con tono minaccioso, hanno generato panico tra i presenti e reso necessario un intervento immediato per riportare la calma.
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