I freddi numeri non rendono l’idea di ciò che, in poco più di un anno, è stato messo su al “Ruggi”. Perchè l’ospedale di Salerno, spesso bistrattato, dal maggio 2023 ha trovato un’autentica eccellenza sotto la spinta del direttore generale Vincenzo D’Amato e del direttore sanitario Emilia Anna Vozzella: in via San Leonardo, infatti, sono stati realizzati percorsi specifici per tutte le vittime di violenza. Non sono donne, insomma. E oggi, nella Giornata internazionale contro la violenza di genere, le storie delle corsie e della “trincea” del Pronto soccorso diventano un simbolo per fare ancora di più, ancora meglio. E non solo per arginare il fenomeno – sempre preoccupante – dei “codici rossi”: perchè la violenza non fa differenza, non ci sono solo tante donne a vivere un’esistenza tra angherie e prevaricazioni.
Ma ci sono tanti fragili – bambini, disabili, anziani – che spesso non hanno neanche gli strumenti per denunciare e farsi aiutare nella loro odissea. Al “Ruggi”, al tanto bistrattato ospedale di Salerno, c’è questa possibilità: essere assistiti subito, nelle emergenze mediche, ma anche nella fase più complicata, quella che viene dopo i “fattacci”, grazie al supporto della rete territoriale delle associazioni. E in un anno sono già 27 le brutte storie della quotidianità emerse al Ruggi. Una sorta di piccolo miracolo, dunque, che si realizza tutti i giorni – non ci sono festività che tengano – grazie all’impegno di due dottoresse.
Queste donne non sono un pericolo, ma la spinta di tutto: Sabina D’Amato, psicologa e responsabile del gruppo di lavoro, e Antonietta Ferrara, componente dello staff del dg e promotrice (oltre che componente) del gruppo di lavoro di via San Leonardo sono l’anima di questi percorsi virtuosi in cui si affrontano tanti drammi della quotidianità. Che spingono le due specialiste a una forte riflessione: «Il 25 novembre deve essere la giornata contro tutte le violenze».
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