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Caffè e diabete

di Antonella Petitti
Ecco cosa dice la scienza
Caffè e diabete

Un nuovo studio scientifico, realizzato dall’ISIC (Institute for Scientific Information on Coffee), riaccende i riflettori su una relazione virtuosa tra il caffè e il diabete. In effetti, sembra che la bevanda abbia un ruolo benefico su quella che è stata definita l’epidemia del nuovo millennio.

Con oltre mezzo miliardo di persone a esserne colpite e la previsione di sfiorare gli 800 milioni di casi entro il 2045, questa malattia – in particolare quella di tipo 2 – rappresenta per i sistemi sanitari di tutto il mondo una vera e propria sfida, dall’impatto economico e sociale molto elevato.

Uno degli strumenti più utili per prevenire e contrastare i rischi di una patologia strettamente legata a stili di vita sempre più sedentari è una dieta sana, variegata ed equilibrata, con l’apporto di alimenti che possono avere un effetto positivo sul metabolismo del glucosio. Come, appunto, il caffè.

Caffè e diabete: cosa ci svela la scienza

Sono numerose le evidenze scientifiche che ISIC ha raccolto sul tema, tra cui un recente studio pubblicato su Diabetes & Metabolic Syndrome: Clinical Research & Reviews.

La ricerca ha ulteriormente confermato il contributo del caffè nel prevenire lo stress ossidativo e i disturbi correlati al diabete di tipo 2, come malattie cardiovascolari e obesità, e ha sottolineato come questa bevanda, sia con presenza di caffeina sia nella variante decaffeinata, sia associata a una riduzione del rischio di sviluppare questa malattia.

A rendere il caffè un potente alleato per contrastare il diabete sono alcune delle numerose molecole bioattive che sono contenute al suo interno come i polifenoli, antiossidanti naturali di cui il caffè, in particolare quello espresso, è una fonte preziosa.

Sono diversi gli studi che attribuiscono a queste sostanze delle vere e proprie proprietà antidiabetiche, in particolare la capacità di influenzare positivamente il metabolismo del glucosio.

Ma non sarebbero le sole responsabili: un ruolo importante è esercitato allo stesso modo dagli alcaloidi, in primis dalla caffeina, principio attivo per eccellenza del caffè e in grado di migliorare la secrezione dell’insulina, ma anche dalla trigonellina, che aiuterebbe a mantenere ottimali i valori della glicemia.

Quanti caffè è bene bere al giorno?

Vale sempre la regola della moderazione, come conferma la raccomandazione dell’EFSA secondo cui è bene non superare i 400mg di caffeina al giorno: bere 3-4 tazzine di caffè, senza l’aggiunta di zucchero o di latte, consentirebbe di ridurre in modo molto significativo il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a chi lo consuma di meno o per nulla.

Un parere scientifico che non può che fare felici tutti i coffee lover, tra cui milioni di italiani, che amano scandire la propria quotidianità con l’amata tazzina, un vero e proprio rito che fa iniziare ogni nuovo giorno con la giusta carica, accompagnando i diversi momenti della giornata tra relax e gusto.

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