Non sono trascorse neanche 24 ore che l’opera realizzata da Mariano Cuofano per Linea d’Ombra Festival e installata sabato sera in piazza Portanova a Salerno è stata vandalizzata. «Ci risiamo. – commentano i direttori artistici Peppe D’Antonio e Boris Sollazzo – Lo scorso anno è toccato al totem che invitava i ragazzi al gioco del ping pong sul tema dei conflitti nel cinema; quest’anno abbiamo immaginato un percorso visivo che restituisse l’idea del movimento e quindi del cambiamento come sfida. E anche questa volta c’è chi la sfida al cambiamento l’ha intesa, ma in senso negativo». Da ieri il team di Linea d’Ombra, con la supervisione di Mariano Cuofano e Luca Sabetta che lo ha supportato nella progettazione, è al lavoro per il ripristino dell’opera.
L’amarezza dell’autore dell’installazione Mariano Cuofano
«Sinceramente, in quanto è accaduto non leggo cattiveria ma scorgo scarsa educazione al rapporto con un oggetto artistico. – commenta Mariano Cuofano – È come se, di fronte ad una novità, in modo quasi istintivo ci si sentisse autorizzati ad interagire in maniera infantile. Toccandola. Allargandola. Non c’è stato quello che mi aspettavo: fermarsi a comprendere ciò che l’opera voleva comunicare; nessuno si è interrogato sul perché era lì. Vederla violata, dopo un primo momento di smarrimento, restituisce alla città un messaggio ancora più forte sul quale dovremmo interrogarci, tutti”. Sarà inserita una bandella che la proteggerà e una scritta ricorderà ai passanti di non toccarla. Una gabbia non voluta che per Cuofano diventa un ulteriore interrogativo: “quanto siamo educati all’arte?”».
Cosa rappresenta l’opera installata in piazza Portanova
Installazione artistica disegnata ad hoc per Linea d’Ombra Festival 2023. Un circuito chiuso è lo strumento attraverso cui raggiungere metaforicamente gli obiettivi dell’European Green Deal 2050. Una macchina celibe eseguirà un movimento circolare all’interno di un volume effimero collocato in piazza Portanova, interagendo con lo spazio circostante. Il processo della macchina registrato in diverse scale sarà replicato su diversi schermi dislocati per la città al fine di creare una narrazione virtuale del circuito stesso. L’opera cerca un dialogo tra la realtà tangibile e la sua rappresentazione cinematografica, attraverso la relazione spaziale del movimento e la sua visualizzazione.