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Battipaglia, addio “Svalvolato”: «Ti vogliamo bene»

Chiesa gremita per i funerali del 41enne schiacciato dal bobcat: «Simpatia ed empatia». Fumogeni e palloncini
Battipaglia, addio “Svalvolato”: «Ti vogliamo bene»

«Francesco, ti vogliamo bene». Un coro di centinaia di flebili sussurri, straziati dal dolore, riecheggia all’unisono tra il sagrato e la chiesetta del Sacro cuore di Gesù, troppo piccola per contenere i tanti battipagliesi che ieri pomeriggio si sono radunati in via Jemma per l’ultimo saluto a Francesco Siani, ucciso a soli 41 anni, in una tragica domenica mattina di metà dicembre, da uno dei tanti lavori portati avanti. «Disse che si buttava a fare un po’ di tutto», l’amarcord del parroco, don Luigi Piccolo, riferito alla chiacchierata di 13 mesi prima, nei giorni dell’addio al papà del 41enne schiacciato dal bobcat a Santa Chiarella di Eboli. «Mai avrei immaginato d’essere io a celebrare il suo funerale», le parole del sacerdote.

Il tormento della comunità

Don Luigi, più piccolo d’un anno appena, parla di continuo d’un «giovane», d’un «coetaneo», rimarcando che «c’è qualcosa che non va quando chi benedice ha la stessa età di chi viene benedetto». Il prete non racconta favolette: s’immerge nel tormento della comunità. «Sono il vostro pastore, ma oggi anche io sono senza parole», è l’esordio del curato al principio della celebrazione eucaristica. Comprende la rabbia dei familiari. Di mamma Filomena Rainone, ammantata da uno sciarpone bianco che non cela l’indicibile pena d’un genitore che sopravvive a un figlio. Dei fratelli Riccardo Siani e Luisa Giannone, che fissano increduli il fotoritratto in bella mostra sul feretro adagiato ai piedi dell’altare. D’Ornella Della Corte, compagna di vita in ogni sorta di lavoro, nella gioia come nel dolore. Di nonna Luisa, costretta a dire addio al suo adorato nipotino senz’alcuna motivazione.

+++L’ARTICOLO COMPLETO SULL’EDIZIONE ODIERNA DEL QUOTIDIANO CARTACEO+++

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