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No ai padroni di un sistema che fa acqua

di Alfredo Boccia
No ai padroni di un sistema che fa acqua

La signora Anna se ne andata dalla terra dove chi doveva non ha saputo per tempo prestarle l’assistenza sanitaria dovuta. Tocca ora alla magistratura indagare e valutare eventuali responsabilità. Ma, con l’umano rispetto dovuto al dolore di chi perde una persona amata, non può essere taciuta la corresponsabilità sull’accaduto di chiunque non agisca per il bene comune in territori dove lo stato di necessità per la carenza di servizi emerge quotidianamente in materia di sanità, viabilità, istruzione, programmazione e tanto altro.

Nel triste caso della signora Anna – ma in similari condizioni poteva e, purtroppo, può capitare a chiunque di noi – l’inefficienza del “sistema” ha mietuto l’ennesima vittima dei diritti negati alle persone che per sorte non vivono in una grande città oppure in zone dove l’ospedale più vicino è facilmente raggiungibile.

La propaganda, di qualsiasi matrice, ha fatto il suo tempo. Pensare subito a migliorare i territori – con Guardie mediche non sulla carta, ambulanze attrezzate e presidi ospedalieri in cui potersi recare nei tempi previsti dalle norme del buon senso – non rende meno lieve il dolore per la morte di Anna. Ma può aiutare a sperare.

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