Sequestrate le cartelle cliniche del paziente morto dopo 14 giorni di agonia. Il 63enne è deceduto per un dolore ai reni per il quale aveva chiesto aiuto a tre ospedali: Eboli (due volte), Polla e Avellino.

I carabinieri che hanno ricevuto la denuncia di uno studio legale ebolitano, su disposizione della Procura irpina, stanno ricostruendo le ultime ore di vita del 63enne, di origini greche, residente a San Gregorio Magno da diversi anni, vittima del presunto caso di malasanità. Il paziente si sentì male il 31 dicembre 2024. Morì il 14 gennaio ad Avellino, in condizioni ritenute gravi e inoperabili, dai medici irpini. Cosa si nascondeva dietro a quei dolori ai reni? Perché il 63enne venne dimesso due volte dall’ospedale di Eboli per essere ricoverato, poche ore dopo, nel nosocomio di Polla? Sono gli interrogativi che da 4 mesi fustigano la famiglia della vittima. I parenti del 63enne ora chiedono giustizia. Partendo da un documento clamoroso.

Poche settimane prima di morire, il 63enne era stato ricoverato in un ospedale della zona per un intervento chirurgico. I dati che trapelano da quella cartella clinica, consegnata alla Procura della Repubblica dagli avvocati della famiglia, riportavano dati clinici rasserenanti. Il paziente stava bene. Non aveva alcun valore “sballato”.

Come sia precipitata la situazione in pochi giorni, è un dato inspiegabile. Perché il paziente sia stato mandato a casa ben due volte, è un altro dettaglio importante dell’inchiesta. È probabile che ora la procura nomini un ctu per fare piena luce sulla vicenda. Non è escluso che venga disposta l’autopsia, con la riesumazione della salma, decisione verificatasi già in altre occasioni, che servirà a dare elementi certi ai magistrati inquirenti. I tempi dell’indagine si preannunciano lunghi.