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Ministro Lollobrigida fa fermare il “Frecciarossa” diretto a Salerno e scende: scoppia la polemica

La risposta del politico: «Si può fare». Trenitalia gli dà ragione
Ministro Lollobrigida fa fermare il “Frecciarossa” diretto a Salerno e scende: scoppia la polemica

Fa fermare un Frecciarossa, diretto a Salerno, in ritardo ottenendo di scendere a Ciampino e proseguire poi in auto il suo viaggio verso Caivano. Si tratta di Francesco Lollobrigida ministro dell’Agricoltura che come riporta l’edizione odierna de “Il Fatto” ieri ha deciso di scendere dal convoglio ad alta velocità alla stazione di Ciampino in ritardo come tutti i treni ieri a causa di un guasto sulla tratta che va da Roma a Napoli.

Le polemiche e l’interrogazione parlamentare

Naturalmente non sono mancate le polemiche politiche relative alla fermata straordinaria. Tanto che Le opposizioni hanno sollecitato il Governo a intervenire nell’Aula della Camera, con un’informativa urgente. A intervenire in Aula i deputati Pd, Avs e Iv. «Non tutti possono permettersi di far fermare un treno. Trovo quello di Lollobrigida un comportamento arrogante e indegno, abbiamo già presentato una interrogazione» ha fatto sapere la segretaria Pd, Elly Schlein. «Se il ministro Lollobrigida ha davvero fermato un treno Alta Velocità in una stazione sul percorso Roma-Napoli ed è sceso proseguendo poi in macchina siamo in presenza di un abuso di potere senza precedenti. Se la notizia sarà confermata chiederemo in Aula le dimissioni di Lollobrigida», ha scritto Matteo Renzi sui social. Mentre Giuseppe Conte leader del M5s ha commentato: «Il fatto rappresenta un segnale devastante della politica ai cittadini in un momento di tagli e di manovre lacrime e sangue».

La risposta del ministro Francesco Lollobrigida

Il ministro Lollobrigida da parte suo ha tenuto a precisare: «Ieri a Caivano nell’istituto “Morani” ho incontrato molti giuovani che grazie alla scuola riscattano un territorio divenuto famoso per l’assenza dello Stato e il proliferare di episodi criminali. Ieri è stato restituito alla città un Parco Pubblico sottratto al degrado. Ero stato invitato ad inaugurarlo alla presenza di centinaia di uomini e donne in divisa, studenti delle scuole elementari fino alle superiori, associazioni e cittadini», nella nota il ministro aggiunge: «Il treno che ho preso per arrivare, ho potuto scoprire solo dopo la partenza, aveva 100 minuti di ritardo e in pochi chilometri ha effettuato diverse lunghe soste. Ho chiesto se fosse possibile scendere in una di queste, come anche altri passeggeri ma le porte in assenza di passaggi per attraversare i binari non possono essere aperte», ha proseguito. «Il treno si è fermato a Ciampino, dove è stata effettuata una fermata straordinaria disponibile alla discesa di tutti, come da annuncio diffuso sul treno, e non solo per me come qualcuno ha riportato. La fermata di Ciampino non ha comportato alcun disservizio aggiuntivo o costi di nessun genere, neppure alcun rischio o ulteriore ritardo per nessuno. Si è trattata di una fermata straordinaria che, al ricorrere di casi straordinari, Trenitalia realizza abitualmente e che è stata annunciata e resa fruibile per tutti i passeggeri», ha concluso il ministro.

Il ministro Francesco Lollobrigida

La nota di Trenitalia che dà ragione al ministro

Sulla polemica è intervenuta anche Trenitalia che in una nota ha tenuto a precisare: «L’effettuazione di una fermata straordinaria non è un evento eccezionale e rientra nelle dinamiche dell’esercizio ferroviario. Negli ultimi sei mesi, nei servizi Frecce, vi sono stati 207 casi di fermate straordinarie per coincidenza/riprotezione dei clienti derivanti da gestione anormalità o circolazione perturbata». La società proprietaria delle “Frecce” ha aggiunto: «Le fermate straordinarie sono valutate in funzione ai tempi di arrivo alla prima località di servizio utile e in relazione alla fermata per servizio commerciale. Nelle condizioni generali di trasporto, in conformità al regolamento europeo 782 del 2021, è indicato che, nel caso in cui l’arrivo alla destinazione finale sia previsto con un ritardo superiore a 60 minuti, qualora il viaggio non risulti più utile ai fini del programma originario di viaggio, il passeggero ha diritto al rientro al punto di partenza o ad altra località intermedia di sua scelta».

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