Libertà negata. I presunti autori a vario titolo dei 45 furti d’auto (due tentati, tutti gli altri riusciti) messi a segno principalmente lungo le strade di Battipaglia e Pontecagnano Faiano e poi a Salerno, Vietri sul Mare, Atripalda ed Avellino restano agli arresti domiciliari. Decisione delle toghe del Tribunale del Riesame di Salerno – presidente il giudice Gaetano Sgroia, a latere Dolores Zarone e la relatrice Enrichetta Cioffi – che hanno rigettato le istanze d’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari avanzate dalle difese di tre dei sei indagati arrestati poco meno d’un mese fa dai carabinieri della Sezione operativa (capitano Donato Recchia) del Nucleo operativo e radiomobile (capitano Graziano Maddalena) della Compagnia di Battipaglia, agli ordini del capitano Samuele Bileti.
Il rischio d’una reiterazione del reato
Al collegio s’erano rivolti i napoletani Giovanni Spema, 47 anni, e Giuseppe Danelon, 44, e Raffaele Izzo, 27, di Terzigno, assistiti rispettivamente dagli avvocati Raffaela Cristofaro, Arturo Serao e Gennaro Pecoraro. Invano, perché la posizione dei magistrati del fu Tribunale della libertà combacia con quella di Annamaria Ferraiolo, che ha firmato il provvedimento richiesto da Marinella Guglielmotti, pm titolare delle indagini – peraltro recentemente chiuse – sulla scia d’innumerevoli raid (il valore complessivo dei veicoli trafugati sfiora il milione di euro) perpetrati tra gennaio e maggio del 2022: i giudici hanno ravvisato il rischio d’una reiterazione del reato qualora fossero venute meno le misure cautelari, visto che alcuni dei furti avvenivano anche in pieno giorno e sulla pubblica via. Circostanza che ha corroborato l’esigenza della custodia cautelare, ancor di più in ragione d’un consolidato modus operandi, sintomatico di una peculiare abilità e di una notevole propensione alla commissione di reati contro il patrimonio, e della negativa personalità degli indagati, quasi tutti gravati da precedenti specifici.