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Piccoli comuni e tipicità

di Antonella Petitti
Il sapore italiano si conserva nei paesi
Piccoli comuni e tipicità

Le ferie estive sono un’occasione preziosa per riscoprire i prodotti tipici legati ai territori dei piccoli comuni. In effetti, molte delle eccellenze italiane sono legate a loro.

A sottolinearlo è il nuovo Rapporto realizzato da Coldiretti e Fondazione Symbola denominato proprio “Piccoli Comuni e Tipicità“. I numeri rendono ancora più chiaro ciò che già si sa, il 93% delle produzioni tipiche nazionali che si consumano diffusamente nasce nei comuni italiani con meno di cinquemila abitanti.

Un patrimonio di gusto e biodiversità che fa da traino anche al turismo, in effetti 2 italiani su 3 (65%) andranno in vacanza e visiteranno anche un borgo. Il rapporto vuole raccontare un patrimonio enogastronomico del Bel Paese custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici.

Nei territori dei 5.538 piccoli comuni con al massimo 5.000 abitanti, in cui vivono quasi 10 milioni di italiani, si produce infatti ben il 93 per cento dei prodotti di origine protetta (DOP, Denominazione di Origine Protetta e IGP, Indicazione di Origine Protetta) e il 79 per cento dei vini italiani più pregiati.

Il Piemonte è la regione con il maggior numero di piccoli comuni (1.045) seguito dalla Lombardia (1.038) e dalla Campania (345).

Ben 297 di 321 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) italiani riconosciuti dall’Unione Europea hanno a che fare con i piccoli comuni che, nel dettaglio, garantiscono la produzione di tutti i 54 formaggi a denominazione, del 98% dei 46 olii extravergini di oliva, del 90% dei 41 salumi e dei prodotti a base di carne, dell’89% dei 111 ortofrutticoli e cereali e dell’85% dei 13 prodotti della panetteria e della pasticceria.

26 prodotti realizzati esclusivamente in piccoli comuni

Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana, Strachitunt, Castelmagno, Robiola di Roccaverano, Puzzone di Moena/Spretz Tzaorì, Pecorino di Picinisco Alto Crotonese, Seggiano, Fagioli Bianchi di Rotonda, Melanzana Rossa di Rotonda, Castagna di Vallerano, Fagiolo Cannellino di Atina, Farro di Monteleone di Spoleto, il Limone di Rocca Imperiale, il Marrone di Castel del Rio, Asparago di Cantello, Pescabivona, Lenticchia di Castelluccio di Norcia, i Maccheroncini di Campofilone, il Salame di Varzi, il Prosciutto di Carpegna, Valle d’ Aosta Jambon de Bosses, Valle d’ Aosta Lard d’ Arnad/Vallée d’Aoste Lard d’Arnad, il Prosciutto di Sauris, il Salame S. Angelo, il Prosciutto di Norcia.

Una riflessione che continua a porre l’accento sull’urgenza del fenomeno dello spopolamento e sul valore, anche economico, della piccola Italia d’entroterra.

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