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Gli insetti non fanno gola

di Antonella Petitti
Crollati i consumi in Italia, nonostante la curiosità
Gli insetti non fanno gola

Dal gennaio del 2018, in Europa, tra i novel food consentiti alla commercializzazione hanno fatto capolino alcuni insetti. Sotto forma di farina, in particolare, e all’interno di una serie di preparazioni da forno e dolciarie, sono finiti sulle tavole degli italiani in seguito alla curiosità e ai dati che li mostravano come una interessante soluzione nutrizionale.

Eppure, gli italiani – a distanza di qualche anno – continuano a non apprezzare grilli e larve. Gli ultimi dati ISTAT mostrano un crollo del 30% nelle importazioni di questo tipo di prodotto per il consumo alimentare. Gli arrivi sono passati dai 17600 chilogrammi del 2023 agli 11.500 dello scorso anno secondo una indagine della Coldiretti.

Numeri confermati anche dall’ultima indagine di Notosondaggi, secondo la quale il 78% degli italiani che esprimono un’opinione sono contrari al consumo di alimenti che contengono insetti anche in farina, nonostante le aggressive campagne favorevoli all’introduzione nella dieta, sulla base di presunte valenze “green”.

A motivare questo atteggiamento potrebbero esserci alcuni interrogativi riguardo alla salute ed alla sicurezza alimentare ed ambientale. Accanto al fatto di essere potenzialmente allergenici, la maggior parte di questi insetti viene prodotta e trasformata in Paesi extra-UE, come Vietnam, Thailandia e Cina, che da anni occupano le prime posizioni nelle classifiche per il numero di allarmi alimentari.

Molti dubbi ha sollevato anche l’ultimo via libera dell’UE all’arrivo sul mercato della polvere di larve di Tenebrio molitor (verme giallo della farina) trattate con raggi ultravioletti per aumentare il contenuto di vitamina D.

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