MONTECORVINO ROVELLA. «Nostra figlia stava bene quando è arrivata a Napoli Era serena e sorridente». Papà Franco e mamma Eterna non hanno più lacrime da versare. I loro occhi, come quelli dei nonni e degli zii, sono straziati dal dolore che ha stravolto la loro esistenza, a causa della perdita improvvisa della piccola Lucia. La morte di un figlio è forse la prova più tremenda che la vita possa presentare ad un genitore, perché è contro natura. Esistono gli orfani, esistono i vedovi, ma non c’è parola che definisca il dolore d’un padre o d’una madre che sopravvivono ai loro piccoli.
Lucia era una bambina allegra, spensierata, amorevole. Aveva 7 anni e mezzo e ad ottobre ne avrebbe compiuti otto, ma non potrà mai più festeggiare il suo compleanno, spegnere le candeline sulla torta. Frequentava la seconda elementare ed era pronta ad iniziare a settembre il terzo anno scolastico. «Imparava con piacere le poesie, amava tantissimo recitare. Era una bambina semplice e tanto amabile, la porteremo sempre nei nostri cuori», la ricordano così le maestre Norma e Milena.
Amava le filastrocche, «le imparava a memoria dopo un solo sguardo», dice mamma Eterna, «giocava con i trucchi, voleva sentirsi grande, ma era solo una bambina che amava la vita e i suoi affetti, gli amici».