La presenza di un vincolo archeologico, la mancanza delle necessari autorizzazioni di carattere edilizio, l’assenza di un regolare allacciamento alla rete fognaria e la violazione del vincolo ferroviario che vige sull’area considerando la vicinanza alla linea dei binari: sono le argomentazioni contenute in un esposto presentato alla Procura della Repubblica lo scorso 30 gennaio in cui si chiede di fare chiarezza sulle illegittimità che sarebbero state commesse per adibire gli spazi della chiesa Santa Maria a Mare a Mariconda a struttura utilizzata per decenni da un’associazione sportiva dilettantistica.
Le precisazioni
«Se ci sono degli abusi – chiarisce il legale della comunità ecclesiastica, l’avvocato Romano Ciccone – sarà compito della parrocchia sanarli prima di concedere nuovamente il terreno in affitto, così com’è stato fatto nel caso della precedente associazione sportiva. Se dei manufatti sono stati costruiti non sono stati autorizzati dalla proprietà, tant’è che non è stato riconosciuto il risarcimento per le migliorie che l’associazione afferma di aver sostenuto».