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In carcere per codice rosso, muore suicida in tribunale

di Carmine Landi
Di Lascio si toglie la vita in un bagno dopo la convalida del suo arresto
In carcere per codice rosso, muore suicida in tribunale

Ha deciso di togliersi la vita in tribunale. Un cappio al collo nel bagno della cittadella giudiziaria: è l’ultima cosa che Luca Di Lascio, classe ‘76, assai noto nella sua Montecorvino Rovella e nell’intero comprensorio stretto tra i Picentini e la Piana del Sele, ha visto sulla terra. La penultima è stata un’aula di tribunale, all’interno della quale, ieri mattina, il giudice delle indagini preliminari aveva appena accolto la richiesta di convalida degli arresti avanzata da Katia Cardillo, pm di turno nella notte tra venerdì e sabato. Quella nel corso della quale il 48enne montecorvinese era stato tradotto in carcere: i carabinieri della locale Stazione, agli ordini del maresciallo Francesco Grimaldi, coordinati dalla Compagnia di Battipaglia, temporaneamente retta dal capitano Donato Recchia, lo avevano trovato in casa della madre.

Il provvedimento

Di Lascio non poteva essere lì, perché due settimane prima gli era stato notificato un ordine d’allontanamento: divieto d’avvicinamento alla donna, ch’era accusato d’aver picchiato, e di dimora nella sua città. Aveva preso a bazzicare tra Bellizzi e la fascia costiera di Battipaglia: spesso lo trovavano ai piedi d’un albergo vista mare, nella capofila della Piana del Sele, mentre chiedeva danaro agli automobilisti che parcheggiavano per godersi la tintarella estiva. Aveva problemi di tossicodipendenza, il montecorvinese, già noto alle forze dell’ordine per disparati precedenti di polizia giudiziaria. Proprio a causa dell’ingente bisogno di danaro aveva avuto quei problemi con la donna che lo aveva messo al mondo.

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