La Geo Barents, in una delle cinque missioni di salvataggio effettuate prima dell’arrivo al porto di Salerno, avrebbe recuperato migranti mentre erano presenti le motovedette libiche al quale competeva l’operazione. È il motivo che nel tardo pomeriggio di ieri ha fatto scattare il fermo amministrativo per 60 giorni – in base al Decreto Piantedosi – della nave della Ong “Medici Senza Frontiere” che, in base alle contestazioni, anche in passato si era resa protagonista di una analoga condotta, già sanzionata dalle autorità di Massa Carrara. Il provvedimento – in attesa di comprendere se verrà impugnato davanti al Tar – toglierà dalle acque del Mediterraneo una delle principali imbarcazioni impegnate nelle missioni di salvataggio dei migranti.
Il fermo
In occasione del fermo di marzo scorso notificato nel porto toscano, Fulvia Conti, responsabile per Msf dei soccorsi, denunciò che il provvedimento fu emesso per «per aver violato il decreto legge Piantedosi del 2023. L’accusa è quella di aver impedito il soccorso della guardia costiera libica che ha effettuato manovre che hanno messo in pericolo la vita delle persone durante un soccorso del 16 marzo quello stesso soccorso che avevamo già ampiamente denunciato. La Geo Barents stava soccorrendo 146 persone quando la guardia costiera libica lirica è intervenuta con un pattugliatore tra l’altro regalato dall’Italia mettendo in pericolo la vita delle persone e minacciando il personale di Medici Senza Frontiere». In pratica, il provvedimento di Salerno segue questo episodio. Le autorità marittime e amministrative, va detto, sono tenute ad eseguire il provvedimento approvato in base ad una legge. Il problema si sposta sul piano politico.
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