Una sciarpetta attaccata al fanale destro dell’auto. A sentire la sua versione, solo dopo averla vista l’imprenditore capaccese di 38 anni, ora indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso, si sarebbe reso conto che a Pontecagnano Faiano il suo Volkswagen Tiguan non aveva investito un cane ma un essere umano. È morta così Cinzia Blasi, 58enne di Guidonia: stava attraversando sulle strisce pedonali la strada provinciale 175, ad altezza del beach club “La Isla Bonita”.
Cinzia era in compagnia del marito. Lui è riuscito ad evitare la vettura che sopraggiungeva da Salerno mentre la donna non ha avuto scampo. Sarebbe stata colpita dalla parte anteriore destra del Tiguan, ma il conducente non si è fermato a prestare soccorso. Erano le 21,40. Intorno alle 22,15, poi, il 38enne s’è presentato alla stazione dei carabinieri di Capaccio Scalo. «Non ha mai avuto intenzione di fuggire – la parole del suo avvocato, Francesco Raeli – né di sottrarsi alle proprie responsabilità. Al momento del fatto, il mio assistito ha erroneamente ritenuto di aver urtato un oggetto sulla sede stradale o un cane randagio, e non una persona. Una volta resosi conto della reale gravità dell’accaduto, attraverso elementi visibili sull’autovettura, si è immediatamente recato, nella stessa serata, presso le autorità competenti, fornendo una versione completa dei fatti. Si confida che tale chiarimento possa contribuire a una più equilibrata valutazione della vicenda».