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Alfieri e le gare “pilotate”: «Società legate a Dervit»

di Carmine Landi
Imprenditori sentiti dal pm, rapporti di collaborazione con i rocchesi: così l'azienda vinceva gli appalti
Alfieri e le gare “pilotate”: «Società legate a Dervit»

«Sarò sempre riconoscente alla famiglia Alfieri e a Franco che, come il padre, ci ha aiutato nei momenti di bisogno». Parole che uno dei titolari delle ditte invitate alla seconda delle due procedure negoziate per la pubblica illuminazione a Capaccio Paestum finite nel mirino del pm Alessandro Di Vico, che giovedì ha ottenuto l’incarcerazione del sindaco Franco Alfieri, ha riferito agli investigatori il 31 gennaio. All’indomani delle eclatanti perquisizioni di poco più d’otto mesi fa, infatti, il sostituto procuratore titolare delle indagini, delegate alle fiamme gialle del Gruppo di Eboli e del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Salerno, ha escusso a sommarie informazioni i rappresentanti legali delle ditte invitate dall’ingegnere comunale Carmine Greco (ai domiciliari) a partecipare alla gara da 2,2 milioni di euro conclusasi con un’unica offerta: quella della Dervit di Vittorio De Rosa, che conferì la procura speciale al collaboratore Alfonso D’Auria (pure loro sono ristretti in casa da giovedì).

Ovviamente non c’è nulla di penalmente rilevante nell’attestazione di stima verso il presidente della Provincia da parte del titolare d’una delle nove aziende che, insieme alla società di Roccadaspide, avrebbero potuto partecipare alla gara già scritta, volta ad aggiudicare gli interventi d’adeguamento e riqualificazione energetica della pubblica illuminazione stradale, ancor di più in considerazione delle relazioni che legano l’imprenditore ad Alfieri («un rapporto di fraterna amicizia», disse al pm Di Vico) e allo stesso De Rosa («un rapporto più che fraterno, in quanto la collaborazione con lo stesso è continua e ha ad oggetto lavori per circa 15 milioni di euro»).

«Vera subordinazione». Quelle parole, tuttavia, sono sintomatiche del meccanismo ricostruito dal pm. Pure per questo ci sono ampi stralci delle deposizioni degli imprenditori nelle pagine del provvedimento di custodia cautelare a firma di Valeria Campanile, gip del Tribunale di Salerno, che, convinta d’avere a che fare con appalti pilotati, inchioda Greco, l’apicale che scelse le dieci ditte alle quali concedere la facoltà di concorrere: «Per assicurare l’aggiudicazione della gara alla società di Roccadaspide – si legge nell’ordinanza – invitava alla gara imprese che avrebbero potuto accettare di buon grado l’aggiudicazione alla Dervit o perché prive dei requisiti per la partecipazione o perché legate ad essa da rapporti economici o di vera e propria subordinazione».

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