Cinquantasette giorni. Tanto c’è voluto per chiudere il cerchio sulla sparatoria di Bellizzi. E per risalire ai protagonisti, che vivono otto chilometri e mezzo più in là. Di preciso a Olevano sul Tusciano, dov’è assai noto Alfonso Stabile, classe ‘73, con diversi precedenti penali a proprio carico, alcuni pure di tipo associativo. In paese lo chiamano il “re di Frosano”, dal nome della località che congiunge Monticelli a Macchia di Montecorvino Rovella. Dall’alba di ieri, giorno del suo 51esimo compleanno, è in carcere a Fuorni in compagnia del fratello Gerardo, classe ‘76, mentre il nipote Domenico, 25 anni, è ai domiciliari: i tre, tutti assistiti dall’avvocato Alessandra Chiacchiaro, sono indagati per le lesioni aggravate dall’utilizzo d’un’arma da fuoco e dai futili motivi e per il porto in luogo pubblico d’una pistola mai rinvenuta.
L’ordinanza
Nella mattinata di ieri gli agenti della Squadra mobile di Salerno hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Piero Indinnimeo su richiesta di Licia Vivaldi, pm titolare delle indagini delegate agli uomini agli ordini del vicequestore Elvio Barbati, coadiuvati dai colleghi del Commissariato di Battipaglia, diretti dal vicequestore Giuseppe Fedele. I fatti risalgono all’11 agosto scorso: di domenica pomeriggio, intorno alle 15, nel cuore di Bellizzi risuonò il rumore d’uno sparo. Era l’esplosione d’un proiettile finito nella gamba destra d’un 43enne del posto, M.B. le sue iniziali, ch’era seduto su una panchina nei pressi del Love’s Bar, lungo la centralissima via Roma, in compagnia d’un amico. La persona offesa fu portata al Santa Maria della Speranza di Battipaglia: prognosi di 25 giorni.
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