Il 20 agosto del 2010. A quella data risale l’ultimo contatto telefonico tra Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica ucciso 16 giorni dopo, e Domenico Palladino, al tempo consigliere comunale delegato al Turismo e allo Spettacolo. Quest’ultimo e i due fratelli, Giovanni e Federico, avendo messo a disposizione il deposito in cui sarebbero stati stoccati i carichi di sostanze stupefacenti, sono considerati dagli inquirenti partecipi del vasto narcotraffico nell’ambito del quale Acciaroli era diventata crocevia di droga movimentata da esponenti di spicco della criminalità organizzata. Quel telefono che non squillava più, a leggere l’ordinanza a firma del gip Annamaria Ferraiolo, sarebbe stata una delle «circostanze oggettive che supportano l’esistenza di tensioni fra il sindaco e i Palladino, sorte proprio in concomitanza con la scoperta di dettagli, evidentemente di notevole portata, in relazione al traffico di stupefacenti organizzato ad Acciaroli in quell’estate».
Le “ronde” anti-droga
Pure perché, fino a quel 20 agosto, il primo cittadino aveva avuto «costanti rapporti» con l’imprenditore, proprietario di diverse attività. Le stesse ch’erano finite nel mirino di Vassallo nell’ultimo agosto della sua vita. Al 20 agosto, per esempio, risale l’ultima serata del “Senza Fondo”, discoteca che il gip ritiene riconducibile ai fratelli Palladino, già destinatari, a luglio del 2022, di tre avvisi di garanzia e d’altrettanti decreti di perquisizione. Il sindaco pescatore aveva ingaggiato delle operazioni di pattugliamento del porto d’Acciaroli nell’ambito della strenua lotta alla diffusione di stupefacenti. In quell’occasione, a quanto emerso dalle lunghe indagini della Procura capeggiata da Giuseppe Borrelli, il primo cittadino avrebbe scoperto che pure al “Senza Fondo” giravano sostanze psicotrope.
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