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Rifiuti meno “salati”, Salerno abbandona il primato della Tari

di Eleonora Tedesco
Migliorano i numeri della differenziata arrivata al 70%. Cala anche la produzione procapite annua di pattume
Rifiuti meno “salati”, Salerno abbandona il primato della Tari

Salerno esce dalla “Top ten” nazionale delle città capoluogo con la tariffa sui rifiuti più alta. Da 451 euro (il caso di studio è una famiglia di 3 persone con un’abitazione da 100 metri quadri) si è passati a 440 euro (-11 euro) con una variazione percentuale pari a -2,5%. E si tratta di un dato superiore a quello regionale dove la riduzione della Tari in media è stata del -2,1%. Questo è uno dei focus su cui si concentra il Rapporto annuale dell’Osservatorio prezzi e tariffe di “Cittadinanzattiva”. E il quadro che emerge dal dossier dell’organizzazione che promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni, il sostegno alle persone in condizioni di debolezza, è complessivamente positivo per la città capoluogo che migliora in maniera netta anche sul fronte della produzione dei rifiuti urbani.

Le percentuali

Ogni salernitano, secondo il Rapporto, infatti, ha prodotto annualmente 457,8 chili di pattume, dato in ribasso rispetto allo scorso anno e, soprattutto, questa spazzatura è stata meglio differenziata (dati 2022) con una percentuale pari al 64,8%. Il numero della percentuale di differenziata, tra l’altro, è ulteriormente aumentato nel 2023 rispetto al dato riportato nel Report riferito a due anni fa raggiungendo livelli del 70% fin dal primo trimestre dell’anno. Insomma, considerando l’insieme dei dati, si può evidenziare come il trend sia positivo e strutturale.

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