Il consigliere del gruppo misto, Mimmo Ventura, avrebbe fatto da grancassa. Ma il disagio sarebbe ben più profondo e condiviso da tanti consiglieri comunali in maniera bipartisan. Come nel suo stile, infatti, senza mezzi termini mercoledì scorso Ventura si è fiondato al secondo piano di Palazzo di Città e ha urlato prima davanti alla stanza del sindaco, Vincenzo Napoli, poi del capo staff, Vincenzo Luciano, e anche della segretaria generale, Ornella Menna, tutto lo sdegno per le mancanze di strumenti a disposizione dell’attività dei consiglieri comunali, in particolare materiale di cancelleria.
Il malcontento
Una ribellione talmente eclatante che, il giorno dopo, il presidente del Consiglio, Angelo Caramanno, e la super guida (in pensione) degli Affari generali, Annamaria Barbato, si sono fiondati al terzo piano per placare gli animi parecchio accesi non solo del consigliere Ventura. E con loro, dopo parecchi mesi di attesa, sono arrivati anche i toner che servono alle stampanti in dotazione ai vari gruppi consiliari. «Noi non abbiamo nemmeno le penne e al secondo piano – ribadisce Ventura – hanno stampanti nuove che nessuno utilizza. Noi non abbiamo personale comunale che ci supporti e si consente agli assessori di utilizzare dirigenti per rispondere al telefono e fare da segretari. Questo è il trattamento che si riserva a chi è stato espressamente eletto dai cittadini».
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