Gli sforzi, i sacrifici ma anche tutta la speranza e l’ostinazione di Antonio D’Amico si trovano al civico 135 di via Nizza dove è prossima l’apertura del nuovo salone di barbiere. Perché dopo 18 anni, a causa delle beghe tra proprietari di due stabili accanto (proprietari anche rispettivamente del negozio e di un appartamento sovrastante) e delle loro vecchie – e mai sanate – ruggini, l’artigiano salernitano, stimatissimo titolare del salone di barbiere al 159 B di via Irno, ha dovuto chiudere la sua bottega. Ed è rimasto letteralmente in mezzo a una strada senza la possibilità di assicurare un reddito, anche minimo, alla famiglia.
Il trasloco
Ma nonostante l’ingiustizia subita e la paura di vedere sfumare tutti i sacrifici di una vita in un attimo, D’Amico ha trovato la forza di reagire e rialzarsi e, grazie al sostegno della moglie, è riuscito a trovare un locale dove poter riavviare le sue attività. Un traguardo che, però, non è stato semplice. E che lascia altri strascichi. «Purtroppo – lo sfogo del barbiere – ci siamo dovuti indebitare di più per poter dare da mangiare ai nostri figli e continuare a pagare il mutuo. Ci siamo fatti forza perché abbiamo capito che altrimenti non avremmo avuto nulla da nessuno», l’amara considerazione.
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