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Il dramma all’Università di Salerno, il giallo dell’allerta meteo

di Francesco Ienco
Albero sugli studenti, in una mail segnalati all’Università i rischi per il maltempo di sabato. La Mobile al lavoro, si prega per i tre feriti
Il dramma all’Università di Salerno, il giallo dell’allerta meteo

Albero caduto e studenti feriti nel campus di Fisciano, mentre entrano nel vivo le indagini della Procura di Nocera Inferiore sulle cause del cedimento del pino, spunta la “mail interna” sull’allerta meteo. I veleni all’Università di Salerno in seguito al crollo di un grosso esemplare che ha travolto tre iscritti al Tfa continuano, dunque. Gli accertamenti della magistratura e della Procura guidata da Antonio Centore su eventuali responsabilità legate alla manutenzione sono stati affidati agli agenti della Squadra Mobile della Questura di Salerno, agli ordini del vicequestore Elvio Barbati. L’area dove si è verificato il crollo resta sotto sequestro: gli approfondimenti in queste ore si stanno soffermando sulla gestione dei servizi di manutenzione e cura del verde all’interno delle varie strutture di Unisa e, in particolare, sugli accertamenti effettuati sul pino nel corso degli ultimi tempi. Tra le ipotesi resta quella di una raffica di vento particolarmente forte che ha favorito lo sradicamento della pianta alta 15 metri.

La mail

Ora, però, alimenta i rumors una comunicazione del Servizio Prevenzione e Protezione, inviata al personale e docente e non docente poche ore prima dell’incidente, avvenuto poco dopo le 13.30 di sabato scorso, da cui emergerebbe un “alert” della società Datameteo relativa al rischio di vento forte a partire da venerdì fino a domenica sera. Un avviso con tanto di prescrizioni: «Si raccomanda di adottare gli opportuni comportamenti nell’ambito degli edifici di appartenenza e di prestare la massima attenzione agli spostamenti in tutti gli spazi interni al campus. Tra i comportamenti specifici, si segnala l’importanza di: non camminare in prossimità di ponteggi, baraccamenti, recinzioni, ringhiere, gradinate, scale); mettere in atto interventi specifici (ad esempio chiusura di infissi e porte esterne); limitare l’utilizzo di apparecchiature elettriche e l’uso di ascensori; tenere libere le vie di fuga degli edifici (corridoi e spazi antistanti le uscite di emergenza)».

++L’ARTICOLO COMPLETO SULL’EDIZIONE ODIERNA DEL QUOTIDIANO CARTACEO+++

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