Oggi i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità (NAS) di Salerno hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica. Le persone coinvolte sono:
- Sante Sica (nato a Montecorvino Rovella il 18 novembre 1960), gestore di fatto dell’Istituto Europeo per la Terza Età di Salerno, che si trova ora agli arresti domiciliari;
- Karolin Cupo (nata a Schwenningen, Germania, il 26 agosto 1966), direttrice e vicepresidente del consiglio di amministrazione, che non potrà gestire imprese o ricoprire ruoli direttivi né lavorare come operatrice socio-sanitaria per un anno;
- Angela Pina Grossi (nata a Montefredane il 19 settembre 1963), sospesa dall’incarico di amministratrice di sostegno, tutore e curatrice per la durata di un anno.
La vicenda
Le indagini condotte dai Carabinieri del NAS di Salerno erano già iniziate il 29 ottobre scorso, quando erano state arrestate dieci persone per sequestro di persona e maltrattamenti verso anziani ospiti della stessa struttura. Durante queste indagini, sono emerse prove di una truffa organizzata da Sante Sica, finalizzata a impadronirsi del patrimonio di una signora di 86 anni ospitata nella struttura.
Secondo le accuse, Sica avrebbe approfittato della fragilità e incapacità dell’anziana per farle scrivere due testamenti olografi (scritti di proprio pugno) nei quali lui veniva nominato come unico erede.
Il ruolo degli altri indagati
- Angela Pina Grossi, amministratrice di sostegno, anziché proteggere l’interesse dell’anziana, avrebbe aiutato Sica. In cambio della promessa di ricevere metà del patrimonio, Grossi avrebbe falsificato una relazione che attestava l’autosufficienza della signora, con l’obiettivo di far revocare l’amministrazione di sostegno. Inoltre, le indagini bancarie hanno rivelato che Grossi avrebbe prelevato 300 euro al mese dal conto della signora, giustificandoli con false fatture prodotte da Karolin Cupo. Queste fatture servivano a simulare costi per la permanenza della donna nella struttura.
- Karolin Cupo, direttrice della comunità, avrebbe quindi predisposto documenti falsi per coprire questi movimenti di denaro.
Inoltre, la Grossi è accusata anche di un caso di peculato: avrebbe concordato con Sica bonifici mensili di 2.000 euro, quando la retta della struttura era di 1.800 euro. In questo modo, si sarebbe appropriata indebitamente di 200 euro al mese, sottraendo in totale 5.400 euro dal patrimonio dell’anziana durante il periodo indagato.
Le accuse
I tre indagati devono rispondere, a vario titolo, dei reati di:
- Corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio,
- Peculato (appropriazione indebita di denaro pubblico),
- Circonvenzione di incapaci (sfruttare la fragilità mentale di una persona per trarne vantaggio).
In sintesi, l’inchiesta ha rivelato una rete di abusi e falsificazioni ai danni di un’anziana signora, organizzata dal gestore della struttura con la collaborazione della direttrice e dell’amministratrice di sostegno. Le misure cautelari servono a impedire che queste persone possano continuare a compiere altri reati.