Avete presente una giornata tipo la vigilia di Ferragosto: all’improvviso, ti trovi catapultato – che ne so – in un locale su una spiaggia del Golfo di Policastro, in mezzo a centinaia di persone che per gran parte non mai visto. Ci si sente a disagio: capita così, è capitato un po’ a tutti. Ma, proprio in quei momenti, accade il “miracolo”: fra quelle centinaia di volti che non rivedrai mai più, trovi la persona capace di metterti a tuo agio, farti ritrovare il sorriso. Una delle piccole – ma in realtà grandissima – capacità di Alfonso Ragone era proprio questa: era in grado, anche in una possibile situazione “scomoda”, di trascinarti e non farti dire “chi me l’ha fatto fare”. L’ha fatto sempre, fino alla fine dei suoi giorni, fino a quando un male maledetto l’ha strappato alla vita nella notte di Natale di due anni fa. A un’età in cui dovrebbe essere vietato morire.

Per i tanti che l’hanno conosciuto, in queste giornate che dovrebbero essere soltanto di festa, è inevitabile rivolgergli un pensiero. Diventa impossibile dimenticarlo. A partire dai suoi amici che anche oggi, per il secondo anno consecutivo, lo onoreranno al meglio. Non ci sarà il tradizionale “struscio” della vigilia per loro. Lo faranno rivivere ritrovandosi a piazza Portarotese, nel cuore del centro storico, a pochi passi dal suo negozio di fiori mandato avanti dai familiari che, quando era ancora qui con noi, era un punto di riferimento anche per una semplice chiacchierata. E lì, a pochi passi dal Duomo, gli amici di Alfonso ripeteranno un’iniziativa nobilissima: allestiranno un banchetto in sua memoria per raccogliere fondi da destinare alla Fondazione Santobono Pausillipon, l’entità che dal 2010 supporta l’ospedale di Napoli specializzato nella cura dei bambini, provando a migliorare la qualità della vita dei piccoli pazienti e delle loro famiglie.