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Eventi e fuochi, l’apparenza che costa cara

di Domenico Gramazio
Eventi e fuochi, l’apparenza che costa cara

L’apparire sembra essere sempre più importante dell’essere. E poiché siamo ciò che votiamo, anche i nostri politici preferiscono l’apparenza. Panem et circenses: Giovenale aveva ragione. Il popolo desidera due sole cose con ansia: il pane e i giochi circensi. Tradotto ai giorni nostri, significa concerti di Capodanno in piazza con fuochi d’artificio, luminarie ed eventi natalizi. Poco importa se i servizi pubblici, per cui paghiamo tasse (salatissime), sono scadenti. In fondo, il bilancio del Comune non è quello di ognuno di noi, giusto? E così si taglia da una parte e si spende dall’altra. L’importante è avere qualcosa da raccontare delle feste.

A Salerno, per festeggiare il 2025, sono stati spesi 25mila euro per nove minuti di fuochi d’artificio. A Scafati, invece, sono stati investiti 400mila euro per una rassegna natalizia che vede protagonisti artisti come Riccardo Fogli e Raf. Momenti di felicità effimera. Poi torneremo a protestare.

E non venitemi a dire che si poteva fare come a Milano, dove il sindaco Beppe Sala ha risparmiato 1 milione di euro destinato agli eventi di Capodanno (una scelta che ripete da cinque anni) per investirlo in servizi più efficienti per la comunità. Forse, così, sarebbe festa tutto l’anno.

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