Feste finite, riesplode il caos al Pronto Soccorso. File interminabili ieri mattina: 50 pazienti in attesa di una diagnosi. Due medici al lavoro. Ancora peggio nel pomeriggio. I pazienti in attesa erano saliti a 70. I medici sono scesi da due a uno. Inevitabile la reazione dei pazienti. Urla siderali. Parole grosse. Momenti di forte tensione. Qualche battuta ironica. Risate. Poi di nuovo veleno e polemiche. All’indirizzo di medici e infermieri.
Lo scoramento
Nei giorni di festa, l’ospedale di Eboli somiglia a un nosocomio europeo. Pulito, ordinato e silenzioso. Nei giorni feriali, lunedì in primis, nel Pronto soccorso si respira un clima palestinese. Senza morti, per fortuna. Né scene di violenza. La gente si limita a urlare e sbraitare. «Se la prendono con noi che facciamo i salti mortali. Ma siamo a corto di personale» spiegavano gli infermieri di turno ieri. Le vere “vittime” sono proprio loro. Gli infermieri in numero esiguo. Pagati a 1400 euro di stipendio mensili.
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