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Mozzarella di Bufala Dop, portale unico

Lo chiede Confagricoltura. Jemma: «Per avere trasparenza sui quantitativi di latte prodotti e su quelli trasformati»
Mozzarella di Bufala Dop, portale unico

Una grave crisi attanaglia i produttori di latte di bufala. La riduzione della domanda di prodotti caseari ha fatto si che si accumulasse una grande quantità di latte congelato, stimata in circa 31 milioni di litri, cosicché agli allevatori vengono proposte riduzioni di prezzo per i futuri contratti di acquisto del latte. Come uscire da questa situazione che comporta notevoli ripercussioni economiche? Lo abbiamo chiesto a Lazzaro Jemma.

In qualità di presidente della Federazione nazionale allevamenti bufalini di Confagricoltura cosa proponete?

Per prima cosa una modifica al decreto interministeriale, Masaf e Ministero della salute, sulla tracciabilità del latte bufalino. Attualmente gli allevatori devono dichiarare i quantitativi di latte prodotto al Sian, il sito del Ministero della Sanità, mentre i caseifici delegano l’ente certificatore Dqa a trasmettere i propri dati al ministero. La procedura è farraginosa, allunga i tempi e offre ampi margini a comportamenti non proprio leciti, soprattutto nella definizione dei quantitativi di latte non utilizzati e avviati al congelamento. Per porre fine a tutto ciò chiediamo che venga istituito un portale unico trasparente, con maggiori controlli sull’inserimento e la verifica dei dati, che garantisca un riscontro oggettivo sia presso le stalle che nei caseifici, per difendere s gli allevatori e i consumatori da pratiche commerciali sleali.

Il portale unico è sufficiente o c’è bisogno di altri strumenti?

Il portale unico consentirebbe il confronto dei dati in tempo reale sui quantitativi di latte prodotto dagli allevatori e su quello trasformato, nelle 60 ore dalla mungitura così come previsto dal disciplinare, dai caseifici per la produzione della Mozzarella Dop. Ma da solo il portale non basta. Come Confagricoltura proponiamo anche un piano nazionale di controlli sulla tracciabilità, che stabilisca quanti controlli vanno fatti negli allevamenti, nei caseifici e anche sui trasportatori. Al momento non sappiamo quanti controlli vengono fatti e quante irregolarità vengono riscontrate e perseguite. Di sicuro serve più personale da destinare ai controlli sulla tracciabilità, tanto nei caseifici che negli allevamenti, perché la tracciabilità è il presupposto per garantire la sicurezza alimentare per i consumatori. Solo così si potrà avere contezza anche dei quantitativi di latte estero, delle cagliate e dei quantitativi di mozzarelle spacciate per Dop anche se prodotte con latte congelato.

Intanto, però, gli allevatori continuano a marciare in ordine sparso e hanno scarso poco potere contrattuale.

Qualcosa inizia a muoversi con la costituzione delle organizzazioni di prodotto per il latte bufalino, che però non sono ancora finanziate come avviene, per esempio, per l’ortofrutta. Nel frattempo come Confagricoltura proponiamo un contratto quadro sulla compravendita del latte bufalino. E’ evidente che il prezzo lo farà il mercato, ma al contempo si possono stabilire regole per definirlo in funzione sia della qualità che della stagionalità. Per essere più chiari il latte prodotto in primavera e in estate deve essere venduto ad un prezzo più alto, così facendo gli allevatori sarebbero incentivati a migliorare la qualità e a produrre di più quando la richiesta è maggiore. Ciò eviterebbe che il prezzo di compravendita venga tutto livellato verso il basso, una cosa che finirebbe per firmare la condanna a morte del settore che, al contrario, solo garantendo una filiera di latte e mozzarella di qualità potrà continuare ad avere un futuro.

Per raggiungere questi obiettivi cosa può fare il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala Campania Dop?

Al Consorzio chiediamo la disponibilità a sostenere le proposte per migliorare il sistema di tracciabilità e anche ad apportare le opportune modifiche al disciplinare di produzione per evitare gli usi distorti del latte.

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