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Salerno, il “miglio della morte” fra croci e insidie

di Alessandro Mosca
Cinque vittime in pochi anni sul lungomare a Torrione: il ricordo eterno di Ferruzzi, i rischi causati da ringhiere e sole
Salerno, il “miglio della morte” fra croci e insidie

Luigi, Marta, Michele, Silvio e ora anche Fidalma: sono i nomi marchiati a fuoco sul “miglio della morte”. Sono le cinque persone che hanno perso la vita sul lungomare di Torrione, quella strada così bella e panoramica che nasconde una moltitudine di insidie a cui non si riesce a trovare un vero rimedio. Tante parole, pochi fatti. E, intanto, le tragedie continuano senza riuscire a dare consolazione a chi ha visto perdere, nella maniera più assurda, un conoscente, un amico, un genitore.

Il “miglio della morte” comincia al confine con Pastena, nei pressi dell’uomo seduto. È lì, a pochi passi dall’opera realizzata dall’artista Enzo Bianco, che c’è l’unica, vera traccia delle tragedie che si sono susseguite nel corso del tempo su quella strada diventata troppo spesso un teatro di morte: sul muro della discesa che conduce al parcheggio dei camper, c’è un manifesto nel ricordo di Luigi Ferruzzi, il 23enne deceduto nel giugno del 2023 dopo un incidente con la moto. È il messaggio struggente della madre: «Le nostre anime intrecciate fanno sì che il tuo cuore continui a battere con il mio ed il tuo sorriso è eternità che riscalda», il messaggio su un foglio A4 che ritrae il giovane proprio in sella alla sua motocicletta. La prima croce.

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