Arrestati in carcere, oggi, altri due giovani di Campi Bisenzio per l’omicidio di Maati Moubakir, 17 anni, pestato e accoltellato a morte la mattina del 29 dicembre 2024 dopo la discoteca mentre cercava disperatamente di sfuggire al branco che lo stava inseguendo in strada. Già ferito da due fendenti alla schiena e una al volto, fu poi raggiunto, tirato giù dal bus con cui voleva tornare a casa e colpito da altre due coltellate.
La misura cautelare
Gli arrestati odierni fanno parte del pacchetto di sei indagati su cui si sono concentrate le prime attenzioni investigative dei carabinieri e della procura. Uno è Diego Voza, 18 anni compiuti il settembre scorso, nato a Eboli. Abita a Campi vicino a via Verdi dove c’è il locale dove all’esterno si erano radunati centinaia di giovanissimi. L’altro nuovo arrestato in carcere è Denis Alexander Effa Ekani, 21 anni nato a Bagno a Ripoli, ma anche lui residente a Campi con la famiglia. Sono stati arrestati in esecuzione di una misura cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato dall’aver agito per futili motivi e con crudeltà. Saranno interrogati anche loro dalla giudice Angela Fantechi. Analoga misura è stata eseguita per altri tre indagati il 10 gennaio. Sono Denis Mehmeti, 20 anni, Francesco Pratesi, 18 anni, e Ismail Arouizi, 22 anni, anche loro residenti a Campi Bisenzio. Nessuna misura risulta finora adottata per il sesto indagato. Lavorano tutti e vivono tutti con le famiglie. Tranne Pratesi e Voza, gli altri sono italiani di seconda generazione.
L’alterco
La procura fiorentina, in base agli ultimi sviluppi, ricostruisce che tutti i cinque indagati che inseguirono Maati e che sono finiti in carcere erano “armati di coltelli ed oggetti contundenti“. Il 17enne era partito da Certaldo con un gruppo di amici per andare ad un evento dedicato ai teenager nella discoteca Glass Globe. C’erano centinaia di adolescenti. Forse per una frase una ragazza, e soprattutto per l’eccessivo uso di alcool, la serata da divertimento si trasformò in tragedia. Prima delle 6, ormai col locale chiuso, i giovani giravano per Campi in attesa dei mezzi pubblici per tornare a casa.
Il delitto
C’è stato un alterco e un branco, armato di coltelli e mazze, ha inseguito Maati accusandolo di qualcosa che è alla base dell’aggressione ma di cui sfuggono i contorni esatti. Gli amici di Certaldo e di Montespertoli non erano più con Maati e lui era rimasto da solo. Già raggiunto da tre coltellate e allo stremo delle forze, raggiunse il bus 30 dove sperava di essere in salvo ma il 18enne Pratesi, secondo la procura, lo prese per i capelli e il collo e lo buttò giù, quindi sferrò le ultime due coltellate, una al cuore, decisiva, e un’altra poco sotto.
Le armi sequestrate
Dopo l’omicidio Pratesi e Voza sarebbero stati visti con dei coltelli nella sua auto da Ismail Aruoizi. Pratesi avrebbe detto “L’ho ammazzato“, versione però da lui corretta nell’interrogatorio dopo l’arresto. Le indagini vanno avanti per ricostruire il ruolo di ciascuno degli indagati e anche tenendo conto che sono emerse testimonianze che parlano di 15-20 giovani a caccia di Maati nelle strade di Campi. Snodo fondamentale dell’azione inquirente è l’incrocio delle testimonianze e dei racconti degli stessi indagati per coglierne la veridicità e la corrispondenza alla verità. Tra gli esami scientifici di cui la procura aspetta i risultati, ci sono quelli sulle auto sequestrate a Ismail Arouizi e a Khalid El Fassi.