A Fratte, nell’area che era occupata dai prefabbricati post-terremoto e che è stata bonificata dall’amianto, il sottosuolo continua a restituire i resti della città etrusca. Soprattutto, sono i segni delle antiche mura a svelare (confermando gli studi degli archeologi) come l’insediamento che ebbe il suo massimo splendore nel VI secolo avanti Cristo sia stato un centro nevralgico di quella popolazione, con un’estensione molto più ampia rispetto a quella che si percepisce attualmente. Ed è su questo nodo che si è fermato il progetto del centro sociale di Fratte, firmato dall’archistar Mario Cucinella: bisogna continuare la campagna archeologica anche oltre il perimetro fissato, nell’area dove sarebbe dovuto sorgere il nuovo polo di aggregazione.
Fondi a rischio
Verifiche che, però, mettono a rischio proprio i fondi per quest’intervento: adesso, dunque, l’Ente deve comprendere come procedere, evitando di perdere i fondi necessari per realizzare il centro sociale. E, fra le ipotesi che sono state valutate, c’è anche quella di fermare la campagna di scavi archeologici e ridimensionare il progetto dell’archistar. «Per quanto riguarda gli scavi di Fratte, abbiamo terminato lo studio dell’area che è individuata dal progetto del Centro sociale, ora è il Comune che deve decidere come proseguire – conferma la soprintendente Raffaella Bonaudo –. Noi continuiamo a trovare segni soprattutto di resti murari».
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