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Blitz contro la Ndrangheta: sequestri a Salerno

Smantellato giro prestanomi e falsi crediti fiscali
Blitz contro la Ndrangheta: sequestri a Salerno

Un’importante operazione investigativa, condotta dai Carabinieri del ROS in collaborazione con il Centro operativo della DIA di Padova, ha portato alla luce una rete criminale sofisticata che ha collegato la cosca di Isola Capo Rizzuto al Trentino Alto Adige, con ramificazioni in diverse città italiane, tra cui Salerno. L’inchiesta, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Trento, ha portato alla scoperta di un sistema fraudolento che utilizzava strumenti di schermatura societaria per infiltrarsi nel tessuto economico e finanziario italiano, drenando ingenti somme di denaro verso le casse dell’organizzazione criminale.

Il sistema di frode fiscale e la gestione occulta delle società

Secondo quanto emerso dall’indagine, gli indagati avrebbero utilizzato prestanomi e figure professionali per gestire diverse società, alle quali venivano attribuiti crediti fiscali falsi creati ad arte. Questi crediti venivano poi sfruttati attraverso la vendita diretta o l’utilizzo nel sistema delle compensazioni d’imposta, creando così un circuito fraudolento che consentiva all’organizzazione di ottenere guadagni illeciti a danno delle casse pubbliche e delle imprese legittime.

Le società coinvolte venivano concepite principalmente per essere assorbite da imprese con debiti erariali, permettendo loro di sottrarre i debiti attraverso compensazioni di crediti fittizi. Questa operazione veniva spesso realizzata tramite fusioni per incorporazione o mediante l’uso di quelle che vengono definite “società serbatoio”, ovvero imprese dotate di ingenti volumi di crediti d’imposta inesistenti.

L’inchiesta che ha portato a sequestro di beni e arresti

Oggi, nell’ambito di un procedimento che ha coinvolto diverse procure italiane, tra cui quella di Catanzaro, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo da parte della Procura della Repubblica di Trento nei confronti di 23 soggetti, nonché delle società a loro riconducibili. Il valore complessivo del sequestro ammonta a circa 25 milioni di euro e comprende beni e attività distribuiti nelle aree di Bolzano, Bologna, Crotone, Milano, Roma, Foggia, Salerno, L’Aquila, e addirittura in Svizzera.

Particolare rilievo ha assunto la figura di un imprenditore 44enne originario di Isola Capo Rizzuto, colpito da un provvedimento cautelare emesso dalla Procura di Catanzaro, che si è trasferito per un periodo nella provincia di Bolzano. Questo imprenditore ha fatto da “collante” per gli interessi economici della cosca, avviando una serie di attività illecite basate prevalentemente su reati di natura economico-finanziaria.

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