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Agropoli, bimbo morto: denunciato il ginecologo

Feto senza battiti, coppia di genitori presenta un esposto contro il medico
Agropoli, bimbo morto: denunciato il ginecologo

Un dramma sconvolgente ha colpito una coppia dopo la morte del loro bambino alla 37esima settimana di gravidanza. La coppia, che aveva ricorso alla fecondazione assistita, ha vissuto un’esperienza atroce che ha portato alla denuncia alle autorità competenti per indagare su possibili negligenze medico-sanitarie. La tragedia si è consumata in un arco di tempo relativamente breve, ma le circostanze della vicenda hanno sollevato pesanti dubbi sull’operato del ginecologo che aveva seguito la gravidanza.

La donna 41enne, a pochi giorni dalla data prevista per il parto, ha iniziato a percepire una sensazione di preoccupazione crescente. Non avvertiva più i movimenti del feto, un segno che ha prontamente allarmato la futura madre. In cerca di rassicurazioni, si è rivolta al ginecologo che la seguiva, uno specialista che esercita ad Agropoli. Durante la visita, a detta dei querelanti, la valutazione del ginecologo è risultata superficiale e poco approfondita. Nonostante le preoccupazioni espresse dalla donna, il medico ha effettuato solo un tracciato, che è stato ottenuto solo dopo ripetute stimolazioni glicemiche. Non emergendo apparenti complicazioni, il ginecologo ha rassicurato la paziente e l’ha rimandata a casa.

Il giorno successivo, però, la situazione non è migliorata. La donna, ancora senza avvertire alcun movimento, ha deciso di ricontattare il ginecologo telefonicamente. Tuttavia, anche questa volta, ha ricevuto solo rassicurazioni verbali, senza che venisse effettuato un controllo più approfondito. La coppia, angosciata e preoccupata, nonostante le rassicurazioni, ha preso una decisione drastica: si è recata presso l’Istituto Clinico Mediterraneo ad Agropoli, dove un’ecografia ha confermato l’assenza di battito fetale. La notizia è stata devastante per i coniugi, che si sono subito diretti al pronto soccorso dell’ospedale “Ruggi” di Salerno.

Lì, un ulteriore tracciato ha confermato, purtroppo, la terribile realtà: il piccolo non aveva più battito cardiaco. La donna è stata ricoverata d’urgenza, e a seguito di accertamenti è stato dichiarato che il feto era morto intrauterinamente alla 37esima settimana e 3 giorni di gestazione. La gravidanza, che doveva culminare in un lieto evento, si è conclusa tragicamente con l’asportazione del bambino, segnando un momento di profonda sofferenza per la coppia. La gravità della situazione è accentuata dal fatto che la donna aveva affrontato il percorso della fecondazione assistita presso una clinica di Roma, con la speranza di poter finalmente diventare madre.

Il bambino, infatti, sarebbe stato il loro primogenito, e questa tragedia ha sconvolto completamente la loro vita. La coppia ha deciso di non restare in silenzio di fronte a quella che considerano una serie di negligenze da parte del personale medico, chiedendo che venga fatta piena chiarezza sull’accaduto. La denuncia alla Procura della Repubblica di Salerno è stata accompagnata dalla richiesta di sequestro della salma, delle cartelle cliniche e degli eventuali vetrini, al fine di consentire l’autopsia e accertare eventuali responsabilità nel caso di negligenza sanitaria. Sull’episodio stanno indagando i carabinieri di Salerno, che operano sotto delega della Procura.

L’indagine mira a fare luce sulle cause di questa tragedia e a verificare se ci siano state omissioni o disattenzioni durante il percorso di cura della donna. La coppia spera che si faccia giustizia e che le circostanze che hanno portato alla morte del bambino vengano accertate con precisione. Il dramma di questa famiglia ha sollevato interrogativi su come i professionisti della sanità gestiscano situazioni delicate come quella di una gravidanza a rischio.

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