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Battipaglia, palazzo Santomauro: quattro inchieste

di Carmine Landi
Oltre alle indagini sul presunto patto corruttivo con Francese, ci sono altri tre procedimenti per violazioni edilizie
Battipaglia, palazzo Santomauro: quattro inchieste

Quattro. Sono i procedimenti penali in corso che riguardano il controverso palazzo di sette piani all’angolo tra via Olevano e via Marsala, sorto sui suoli di proprietà della famiglia del già primo cittadino Giovanni Santomauro. Quella in cui s’ipotizza il concorso in corruzione non è l’unica inchiesta condotta dalla Procura di Salerno: il fabbricato di sette piani ricostruito, in virtù del Piano casa, sulle ceneri d’un vecchio stabile di più modeste cubature, è pure tra gli otto manufatti esaminati nel procedimento culminato, tra dicembre e febbraio scorso, d’altri cinque immobili.

Indagini su abusi edilizi

Di sicuro fanno più rumore le investigazioni recentemente prorogate, nelle quali sono indagati la sindaca Cecilia Francese, il suo predecessore Santomauro, il consigliere comunale (seppur come costruttore) Francesco Falcone e il dirigente dell’Ufficio tecnico municipale, l’ingegnere capo Carmine Salerno, ma nelle mani dei pm (tra gli altri, Alessandro Di Vico, che coordina l’inchiesta sul presunto patto corruttivo, ed Elena Cosentino) ci sono ulteriori fascicoli. I reati ipotizzati, in quei casi, riguardano violazioni legate, appunto, ai dubbi degli inquirenti sulle dimensioni dell’immobile e a questioni edilizie. E così, nei mesi scorsi, hanno appreso d’essere inquisite in due distinti procedimenti penali pure Donatella Santomauro, figlia del già primo cittadino, e Stefania Falcone, parente del consigliere comunale. Nel secondo caso, non si hanno molte notizie: l’unico elemento tramite il quale la Falcone ha appreso della propria iscrizione fu un avviso d’elezione di domicilio. Di lì più nulla. Per ciò che riguarda la Santomauro, invece, la Procura non ha riscontrato alcun elemento in grado di dimostrare la sussistenza d’un reato, tant’è che aveva avanzato una richiesta d’archiviazione. Istanza rigettata dal gip del Tribunale di Salerno, che ha imposto un supplemento d’indagini.

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