Papa Francesco è morto questa mattina, alle ore 7:35, all’età di 88 anni. Nel suo lungo pontificato, iniziato il 13 marzo 2013, Papa Francesco ha costruito un fortissimo legame con Roma, e le sue periferie. Nonostante i molteplici impegni e viaggi apostolici, Jorge Mario Bergoglio, non ha mai abbandonato «quegli angoli alla fine del mondo», instaurando un rapporto di cura e amore, «una pietra dietro l’altra». Il giorno l’elezione a nuovo Pontefice, Papa Francesco disse; «Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui… Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo Vescovo: grazie».
L’incontro con il piccolo Emanuele a Corviale
Nell’aprile 2018, il Pontefice ha incontrato i bambini di una parrocchia a Corviale, ed in particolare uno, il piccolo Emanuele. «Papà era ateo. Ma ci ha fatto battezzare, noi figli, tutti e quattro. Era un uomo bravo. È in cielo, papà?», ha chiesto tra le lacrime il piccolo al Santo Padre. E come un nonno buono, in un caloroso abbraccio, con parole semplici Papa Francesco rispose: «Magari tutti noi potessimo piangere come Emanuele, quando avremo un dolore come ha lui nel cuore. Lui piangeva per il papà. E ha avuto il coraggio di farlo davanti a noi, perché nel suo cuore c’é l’amore del papà. Io ho chiesto il permesso a Emanuele di dire in pubblico la sua domanda e lui mi ha detto di sì. Per questo la dirò. Chi dice chi va in cielo è Dio, ma come è il cuore di Dio davanti a un papà così? Dio ha un cuore di papà. Voi pensate che Dio sarebbe capace di lasciarlo lontano? Dio abbandona i suoi figli? Li abbandona, quando sono bravi? Emanuele, questa è la risposta: Dio sicuramente era fiero di tuo papà, perché è più facile battezzare i figli essendo credente che non essendolo. E sicuramente a Dio questo è piaciuto tanto. Parla con tuo papà, prega tuo papà».
Le periferie “cuore” di Papa Francesco: Tor Bella Monaca
Qualche anno prima, nel 2015, l’incontro con i fedeli di Tor Bella Monaca, nella parrocchia di Santa Maria Madre del Redentore dove incontrò 80 ammalati e disabili ospiti del centro “Santa Giovanna Antida”, in via dell’Archeologia. «Dobbiamo stare vicino alla gente, noi non possiamo andare con il tu devi, tu devi, ma con quella vicinanza che è la carezza che Gesù ci ha insegnato. Vicinanza anche a chi so che ha fatto fuori due, tre persone? Sì, avvicinati, perché anche quello ha un cuore e c’è tanta ingiustizia», aveva detto. «Noi non possiamo ingannare Gesù: non possiamo fare finta di essere santi. Non possiamo fare la doppia faccia: cioè fare la parte del giusto, di colui che va a messa tutte le domeniche, per coprire il peccato nascosto. Questo non è essere cattolico: è essere ipocrita».