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Maxi frode a Nocera Inferiore, 2 condanne e 4 a processo

Fatture false e riciclaggio per un giro d’affari di 45 milioni di euro. Pugno duro per Alderisi e Oliva va alla sbarra
Maxi frode a Nocera Inferiore, 2 condanne e 4 a processo

Una delle più articolate frodi fiscali degli ultimi anni è venuta alla luce grazie a un’indagine della Procura della Repubblica di Avellino che ha svelato un sistema di false fatturazioni, prestanome, società “cartiere” e flussi di denaro riciclati anche all’estero sull’asse Irpinia, Agro nocerino sarnese e Valle dell’Irno. Il danno stimato è enorme: oltre 45 milioni di euro. Due degli imputati hanno già ricevuto una condanna con rito abbreviato, mentre per altri quattro è stato disposto il rinvio a giudizio.

Le richieste

Il giudice per l’udienza preliminare Fabrizio Ciccone ha accolto in parte le richieste della Procura irpina, emettendo una condanna severa per Domenico Calabrese, nato a Offenbach (Germania) e residente a Sant’Antonio Abate: per lui la pena è di 4 anni e 6 mesi di reclusione e una multa di 14mila euro. È stato riconosciuto come uno degli elementi chiave dell’organizzazione che ha orchestrato il meccanismo fraudolento. Con lui è stato condannato anche Dario Alderisi, originario di San Paolo (Brasile) e residente a Mercato San Severino. Per lui il giudice ha stabilito una pena di 2 anni e 11 mesi di reclusione, accompagnata da una multa di 8mila euro. Entrambi dovranno scontare anche sanzioni accessorie importanti: sono stati interdetti dai pubblici uffici e non potranno contrattare con la pubblica amministrazione per diversi anni. Inoltre, il giudice ha disposto la confisca di oltre 2,3 milioni di euro come provento delle attività illecite. I fondi sequestrati risultano riconducibili a società coinvolte nello schema, alcune delle quali operanti nel settore del pellame.

Il dibattimento

Ma non finisce qui. Il grosso del processo si sposterà al prossimo 18 settembre, quando si aprirà il dibattimento ordinario per altri quattro imputati. Tra questi c’è Ermanno Siano, 46 anni di Avellino, ritenuto il vero ideatore del sistema fraudolento. Secondo l’accusa, avrebbe emesso false fatture per oltre 10 milioni di euro, dando vita a un meccanismo ben oliato e difficilmente individuabile. Con lui andranno a processo Alessandro Romano, 39 anni di Atripalda, coimputato per frode fiscale in concorso, Alfonso Oliva, 41 anni di Nocera Inferiore, accusato dello stesso reato, e infine Antonio Siano, 71 anni, padre di Ermanno, ritenuto parte attiva del disegno criminoso, sempre in concorso col figlio.

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