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Luca Ward allo “Charlot”: «Il Gladiatore è una parte di me»

di Stefano Pignataro
L'attore e doppiatore a Salerno per ricevere il preimio
Luca Ward allo “Charlot”: «Il Gladiatore è una parte di me»

Grande affluenza di pubblico, parata di stelle dello spettacolo e della cultura alla serata di Gala della 36esima edizione del Premio Charlot. La Kermesse diretta da Claudio e Gianluca Tortora, rinviata in Ottobre per la questione gravosa dello sblocco dei fondi di coesione, ha visto realizzarsi felicemente 4 giornate di spettacolo nei teatri di Salerno, il “Delle Arti”, l’Augusteo ed il “Verdi” in cui proprio ieri sera, sotto la conduzione di Gino Rivieccio e di Cinzia Ugatti, sono state consegnate le statuette in ceramica raffiguranti Charlie Chaplin. Numerosi gli ospiti, da Roby Facchinetti a Luca Ward, da Chiara Francini a Liliana Cosi, da Gianluca Di Marzio a Pasquale Romano, da Fausto Biloslavo ad Ambra Angiolini, Federica Vincenti, premiati nei rispettivi campi artistici.

Soddisfatto ed emozionato per il Premio Charlot speciale cinema e teatro, il doppiatore ed attore Luca Ward, tra le voci colonna del nostro cinema, voce di Russel Crowe, Pierce Brosnan, Gerard Butler, Antonio Banderas. Accolto già da un’ovazione dal pubblico durante il Red Carpet dinanzi al “Verdi”, l’attore, doppiatore e Direttore del doppiaggio ha raccontato, nel corso delle interviste, dei suoi Maestri e della sua prima grande guida, l’attore e doppiatore Carlo Romano, voce di Fernandel, di Jerry Lewis e di tantissimi altri attori: «Carletto Romano era il mio “nonnastro”– racconta Ward – sposò mia nonna in seconde nozze perché mio nonno morì all’età di 32 anni nel 1918, è stato un comandante della marina americana. Sono stato fortunato a crescere con lui e da lui ho imparato tanto..ho preso anche tanti “sganassoni” quando staccai dei fiori in un giardino per regalarli a mia nonna. E’ stato, anche in queste piccole cose che non sono piccole, un grande insegnante di vita. La cosa bella è che noi lavoravamo al fianco di questi giganti perché il doppiaggio si faceva tutti insieme. Oggi purtroppo no, ognuno lavora per conto suo e questo va a danno dei giovanissimi che non lavorano con persone che hanno grande esperienza e quindi imparano molto di meno. Noi stiamo cercando di ritornare a come si faceva il doppiaggio una volta per permettere a questi ragazzi di lavorare insieme a noi anche perché quello che abbiamo preso lo vorremmo restituire. Un continuo ricorso della storia»

Grato per il riconoscimento, il grande doppiatore, ha ricordato i suoi lavori che lo hanno reso celebre, tra tutti, la voce del Gladiatore Massimo Decimo Meridio nel capolavoro di Ridley Scott: «In 907 film – racconta ricevendo il Premio Charlot – il ricordo di questo film che letteralmente ci scoppiò in mano, mi è nel cuore. Tutto di questo film, le sue frasi che i miei fans mi chiedono sempre di riprodurre, i ricordi, la sua lavorazione, è parte di me».

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