Non tutti conoscono Amadeo Peter Giannini, figlio di poverissimi immigrati italiani negli Stati Uniti e fondatore di Bank of America. L’impatto di Giannini, che in Italia fece tappa a Battipaglia dove l’associazione A. P. Giannini Association di cui è presidente Luca Palma opera ispirandosi ai suoi valori e che in queste settimane lo sta ricordando con varie iniziative, si estese oltre la creazione della banca più grande d’America, arrivando alla costruzione del Golden Gate Bridge, al finanziamento del Piano Marshall, nonché di capolavori del cinema made in Hollywood come “Il Monello” di Charlie Chaplin, “Accadde una notte” di Frank Capra e “Biancaneve” di Walt Disney.
Giannini comincia facendo prestiti di pochi dollari agli immigrati che non avendo accesso al credito erano costretti a rivolgersi agli usurai. Chiede interessi bassi e nessuna garanzia a chi aveva bisogno di comprare sementi o mandare avanti un negozio. Quando San Francisco viene distrutta dal terremoto lui apre un banco al porto e continua a prestare denaro “sulla fiducia” a chi doveva rimettere in piedi la casa o l’attività. Per lui aiutare gli artigiani e le piccole imprese a crescere avrebbe creato le basi per far crescere la banca. Con Giannini Bank of America diventò la più grande banca del mondo. Oggi sul sito di Bank of America il nome di Giannini non c’è.
Amadeo Peter Giannini nacque il 6 maggio 1870 a San Josè, in California USA, da genitori italiani emigrati negli Stati Uniti e partendo da zero, in soli quarant’anni creò la più grande banca del mondo. Dopo una giovinezza di intensa e proficua attività imprenditoriale nel settore agricolo, già nel 1902 Giannini era nel direttivo di una cassa di risparmio di San Francisco, dove molti emigranti italiani andavano per spedire in Patria i propri risparmi. Giannini si rammaricava che, per il trasferimento, gli italiani dovessero pagare un tasso del 5-6% e subire un cambio svantaggioso.
«Per due anni lottò per cambiare la politica della banca che dedicava attenzioni solo ai clienti abbienti. Visto inutile ogni sforzo, il 17 ottobre 1904 aprì una nuova banca, che chiamò “Bank of Italy”. Da lì, mandare i soldi in Italia costava solo il 2% e il cambio era onesto – sottolinea l’ebolitano Luca Palma – Ciò che più sorprende, non è tanto quello che Amadeo Giannini ha fatto, ma come lo ha fatto. Per tutta la vita ha operato fuori della logica del profitto con l’ambizione di soddisfare le esigenze dei più deboli. La sua vita ci dimostra come, si possano conseguire utili rilevanti e creare benessere per sé e per gli altri, anche senza porre il denaro in cima alla scala dei valori”.
Le biografie narrano che a trentatré anni, un anno prima di fondare la Bank of Italy, aveva già elaborato una sua teoria sul denaro: “Non voglio diventare troppo ricco perché, nessun ricco possiede la ricchezza, ma ne è posseduto».
Tra le altre cose Giannini intuì le possibilità di sviluppo dell’industria cinematografica, ma più che all’aspetto finanziario, aveva posto attenzione all’ importanza socio- culturale della cinematografia nello sviluppo della coscienza e del comportamento. Così, quando venne a sapere che un giovane artista di talento, che già aveva avuto successo con “Le Comiche”, non riusciva a trovare un finanziatore per un soggetto apparentemente difficile, ma di alto valore morale, Amadeo decise di prestare 50.000 dollari alla First National Pictures per la realizzazione del film “Il Monello” di Charlie Chaplin. Il film sarebbe potuto costare meno, ma Amadeo volle che Chaplin, che aveva voluto conoscere personalmente, non fosse costretto a troppe economie. In sei settimane rientrò del capitale e degli interessi. Nonostante il successo, egli non si mostrò interessato a nuove avventure cinematografiche che avevano solo fini commerciali. Molti anni dopo “Il Monello” di Chaplin presero vita, grazie a Giannini, anche gli altri “Grandi Sogni Americani” come “Biancaneve e i sette nani” di Walt Disney e “Accadde una notte” e “La vita è meravigliosa” di Frank Capra e “Via col Vento”.
Nel gennaio del 1928, Giannini ricavò dalla sua partecipazione alla Bank of Italy utili per un milione e mezzo di dollari, ma dato che aveva già accumulato una fortuna di quasi $ 500.000, decise di devolverne l’intero ammontare all’Università della California per ricerche sulle tecnologie dell’agricoltura. Nel 1930 la Bank of Italy assunse il nome di “Bank of America N.T. & S.A.”. Quando la Bank of Italy chiuse i conti ed esaminò i sospesi, si accorse che sui prestiti senza garanzia era stato rimborsato il 96% del totale sborsato, e quindi la banca non aveva subìto perdite sui prestiti concessi ai non abbienti. Morì il 03 giugno 1949 a San Mateo, California,USA. Un accurato inventario di tutti i suoi beni, stabilì che ammontavano a 489.278 dollari.
In occasione del centoventesimo Anniversario dalla apertura della Bank Of Italy, l’A.P. Giannini Association di Battipaglia di cui è presidente Luca Palma ha dato alle stampe la ricostruzione grafica della prima sede della Bank Of Italy per testimoniare l’impegno profuso da Amedeo Peter Giannini.